Di che cosa devi occuparti ora?
Se ripensi agli anni di scuola, probabilmente hai dei ricordi bellissimi.
Ma non di quello che a scuola hai studiato e, forse, imparato.
Hai ricordi belli di anni vissuti con gioia e spensieratezza. Ma sicuramente di quello che hai imparato, oggi ti importa poco.
Che tu a scuola fossi un bravo studente, piuttosto che un aspirante al 6 politico, o un rinviato a settembre di professione, quello che hai imparato a scuola ti è servito veramente poco.
Nella migliore delle ipotesi, ma proprio nella migliore, ti è stato utile ad acquisire una “forma mentis” adeguata allo studio. E gli anni dell’università, se l’hai frequentata, non hanno fatto eccezione quanto a questo.
Poi, nella vita reale, hai imparato molto di più: ti sei accorto che la scuola ti voleva in qualche modo “proteggere” dalle considerazioni più negative, le guerre ti venivano narrate con le date e i nomi dei condottieri, sempre trascurando le implicazioni terribili che le guerre portavano.
Nella vita reale, quando la scuola o l’università erano già un ricordo, ti sei accorto che il mondo va diversamente da come te lo raccontavano nei libri.
Il mondo che affrontiamo ogni giorno ed ogni momento, puoi pensarla come vuoi, puoi essere il principe degli ottimisti, è una scalata contro gli eventi avversi.
L’umanità avrebbe progredito migliaia di volte in più senza la necessità di dover scalare gli eventi avversi.
La vera “normalità” umana è il sapere gestire gli eventi avversi. E’ fare in modo di manovrarli adeguatamente, possibilmente portandoli a nostro favore.
Perché, se ci pensi bene, quando hai dominato gli eventi avversi, e hai costruito un tuo modello mentale dove l’evento avverso è la normalità da affrontare, ti rimangono da gestire gli eventi a favore … che sicuramente non sono quelli ad averti cagionato alcun tipo di preoccupazione.
Non si tratta di essere leopardiani: questo pensiero ricorda solo in apparenza il nostro Giacomo nazionale, con la sua natura matrigna. Non è un problema di pessimismo o ottimismo, ma di realismo nell’affrontare la realtà quotidiana.
Se poi ti immergi nella realtà del mercato, e ti accorgi che nessuna componente del mercato può essere a tuo favore, allora intendi perfettamente che ciò che devi realmente gestire non è l’evento che tu giudichi “normale” (e normale non è, è a favore), e “per eccezione” gestire l’evento contrario.
Perché se gli istituzionali operano per i loro interessi, le Banche centrali certamente non operano per far guadagnare te, il mercato è imprevedibile di suo, malgrado ogni paletto statistico cerchiamo di metterci a nostra difesa … come puoi dire che “la normalità”, come la intendiamo abitualmente, esiste e non è invece l’evento avverso l’unico di cui dobbiamo preoccuparci?
Un certo tipo di industria finanziaria (che ha già manifestato visibile preoccupazione per quanto stiamo sostenendo) vuole che tu pensi all’evento avverso come qualcosa che avviene ogni 30 o 40 anni. Non quello di cui occuparsi ora.
L’evento avverso nel tuo trading è quotidianamente avanti a te. Non è fatto di grandi crolli stile 1929, o flash crash stile 2010.
L’evento avverso è tutto ciò che sul mercato può ritorcersi contro di te. E’ quello a cui devi pensare per primo: se riesci, nella tua strategia, a trasformarlo in opportunità di profitto, hai vinto in partenza.
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Nella vita puoi pensarla come vuoi. Se vuoi battere i mercati, devi pensarla in questo modo.
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