Arriverà il crash?

Pubblicato il: 6/11/22 11:04 PM

Distingui le differenze

Il minimo del 13 ottobre scorso, giornata che, come spiegato altre volte, riteniamo epocale per il mercato americano e l’S&P500, ha segnato anche la conferma di un pattern molto semplice e seguitissimo dagli investitori americani.
 
In quel giorno la media mobile settimanale a 200 periodi dell’S&P500 fu perforata al ribasso in volatilità, ma la chiusura settimanale rispettò perfettamente il pattern e il supporto non fu violato. La riapertura della settimana successiva confermò ulteriormente che la media a 200 continuava a tenere.
 
Negli ultimi dieci anni, la media mobile a 200 fu perforata durante la discesa del Covid: perfino in quell’occasione, ci fu un po’ di esitazione, perché nella settimana fra il 9 e il 13 marzo del 2020, in pieno panic selling, la linea fu perforata, ma al primo tentativo la chiusura settimanale rientrò al di sopra.
 
L’apertura del 16 marzo 2020 fu invece un gap down molto significativo, perché coincise con la media a 200 prima di continuare la discesa, che sarebbe poi durata altre due settimane.
 
Andando ancora indietro nel tempo, la media mobile a 200 dell’S&P500 fu un supporto formidabile nel crash di dicembre del 2018: fu particolarmente violento, molti sistemi di trading andarono in profonda sofferenza in quel periodo. Proprio nella vigilia di Natale del 2018 cominciò il rimbalzo dopo un tentativo non riuscito di violazione della media.
 
Sempre andando indietro ritroviamo protagonista la media mobile a 200 nel febbraio del 2016, quando venne sfiorata, nemmeno toccata. La discesa era iniziata a inizio dicembre del 2015, perdurò per tutto gennaio, negando il classico pattern del rialzo natalizio, e il minimo di febbraio fu un ri-test del minimo di gennaio. Doppio minimo appena sopra la media mobile a 200, dal quale il mercato ripartì al rialzo.
 
In quell’occasione del 2016, alcune settimane più tardi, avvenne qualche cosa che sta avvenendo anche ora.
 
Precisamente, due medie mobili anche esse molto osservate dagli americani, la 50 e la 100, si incontrarono: ovvero la media mobile settimanale a 50 perforò al ribasso la media mobile a 100.
 
Ed è quello che è accaduto proprio ora con la chiusura settimanale di venerdì scorso: sul calcolo fatto sul continuous contract dell’S&P500 la chiusura di venerdì vede la media mobile a 50 sotto di circa 1 punto rispetto alla media mobile a 100.
 
Nel 2016, questo diede origine ad un inseguimento dell’una media sull’altra, il mercato le toccò entrambe come supporto nel minimo di giugno e poi fece un nuovo test su di essere nel minimo di ottobre. Poi l’S&P500 ripartì al rialzo e le medie mobili tornarono a ricomporsi della loro posizione classica, con la media mobile settimanale a 50 sopra la media mobile a 100.
 
Quindi, negli ultimi dieci anni quello fu l’unico caso in cui le due medie mobili, 50 e 100, si toccarono, iniziando un periodo in cui viaggiarono quasi sovrapposte per alcuni mesi.
 
Estendendo ancora di più l’osservazione sul passato, la volta precedente in cui la media mobile a 50 perforò al ribasso la 100 fu ad inizio giugno del 2008.
 
Abbiamo fatto, nei nostri articoli, alcuni raffronti analogici del periodo attuale con il 2008. Questo appare molto indicativo e può servirci da guida nelle settimane prossime.
 
Ad inizio di giugno del 2008, il mercato aveva completato un tentativo di recupero conseguente al doppio minimo registrato dall’S&P500 a gennaio e marzo di quell’anno.
 
Doppio minimo che abbiamo confrontato con il doppio minimo, molto più irregolare, fatto a giugno ed ottobre di quest’anno, a cui sta seguendo un rimbalzo, in un periodo dell’anno che normalmente favorisce il ciclo rialzista.
 
Nel 2008, la violazione della media mobile a 50 al di sotto della 100, avvenuta come detto sopra in giugno, diede origine ad un ribasso sostanzialmente ininterrotto del mercato fino al minimo terrificante del 6 marzo 2009 a quota 666.
 
Ora, quello che dobbiamo chiederci è se sarà come il 2008 o come il 2016.
 
Nel primo caso, dobbiamo aspettarci una gamba ribassista, forse robusta, al termine di un possibile recupero che potrebbe essere in corso. Nel secondo caso una fase di incertezza, su e giù e lateralità di un paio di mesi, per poi lasciarci alle spalle il ribasso.
 
Nel primo caso, ipotizzando sia in corso il recupero, se dovesse avere la stessa magnitudine del 2008 prima di tornare a scendere, dovremmo rivedere l’S&P500 intorno a 4160. Che, neanche a farci apposta, è sotto di una ventina di punti dell’incrocio attuale della media mobile a 50 con la 100.
 
Possiamo da tutto questo ricavare una certezza, se ne avessimo avuto ulteriore bisogno: non è frequente quello che sta avvenendo, e le similitudini con il 2008 cominciano ad essere un po’ troppo ricorrenti.
 
Speriamo sia come il 2016.
 
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Maurizio Monti
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