Bitcoin: a 100.000, sarà vero?

Pubblicato il: 10/03/21 12:48 AM

Mai disperdere energie dove non serve  

Imprese come Bit Digital, Hive Blockchain Technologies, Marathon Digital, Riot Blockchain sono oggi riconosciuti quali titoli ad alta opportunità di investimento, sia pure ad elevato rischio. Sono i minatori di Bitcoin.

Allo stesso tempo, fra i grandi acquirenti di Bitcoin, troviamo nomi illustri della finanza e dell’economia: da Goldman Sachs a JpMorgan, come pure Grayscale Bitcoin Trust, o Microstrategy o la notissima Tesla di Elon Musk.

Negli anni passati, pochi avrebbero scommesso su quello che poi è avvenuto.

Se esaminiamo il mercato recente del Bitcoin, ci accorgiamo che la quantità di monete in circolazione di Bitcoin negli ultimi 30 giorni è stata inferiore alla sua domanda. Cioè, la variazione dell’offerta di liquido Bitcoin è negativa, ed è stata negativa anche per la maggiore parte del tempo nel 2020.

La domanda quindi ha superato l’offerta e questo giustifica l’incremento di prezzo del Bitcoin, a maggior ragione se pensiamo ai numeri oggettivi del Bitcoin: 21 milioni di offerta totale possibile di cui 18,65 quelli già emessi: ma solo circa 4 milioni di Bitcoin sono effettivamente in circolazione costante.

Nel 2016 avevamo assistito ad una simile configurazione di domanda ed offerta e scatenò il rally fino alla fine del 2017.

La storia recente sembra ripetere, quindi, quella passata.

Investitori istituzionali stanno spingendo verso il Bitcoin, con portafogli digitali, vedasi il Grayscale Bitcoin Trust citato sopra come esempio, e si crea una pressione eccessiva sull’offerta disponibile in circolazione.

Inoltre: la pressione di acquisto è molto più veloce della capacità mondiale estrattiva del Bitcoin. Capacità che sta divorando già una quantità di energia elettrica mostruosa.

Coinbase, che probabilmente diventerà pubblico, è una delle piattaforme preferite dalle istituzioni, per acquistare e vendere bitcoin: questo perché la sua politica consente lo scambio di Bitcoin solo fra parti controllate ed identificate, evitando quindi denaro proveniente da attività illecite.

Aggiungiamo che le manovre tipiche degli istituzionali contribuiscono ad aumentare ulteriormente il prezzo del Bitcoin e potremmo ottenere da tutto questo la valutazione che sulla cripto più importante del mondo il rally potrebbe essere destinato a continuare.

Il mondo retail entrerà nel Bitcoin tanto più i media contribuiranno ad alimentare l’attenzione: la corsa al rialzo potrebbe ulteriormente rinvigorirsi.

E potrebbe essere, quella, la fase finale del rialzo, seguita da un poderoso assestamento di prezzo verso il basso, come nel 2018.

Sul Bitcoin si può mettere un chip, pensando che sia ad altissimo rischio. Come tutto ciò che è ad altissimo rischio può avere un rendimento interessante o una perdita catastrofica.

Per questa ragione, se mettiamo un chip nel Bitcoin, abbiamo da gestire per il meglio tutto il resto del portafoglio.

Giovedì 11 marzo scorso alle 18, un grande Tony Cioli Puviani,notoriamente poco propenso al Bitcoin e molto pragmatico sulle Borse, ci ha spiegato due concetti fondamentali, che non ha mai illustrato in pubblico, sui quali fonda la sua attività di trading.

Sono due principi sui quali Raccomandazioni di Borsa, in collaborazione con l’Istituto Svizzero della Borsa ha costruito un eccezionale percorso formativo: ne abbiamo parlato giovedì scorso ed è stata una serata di grande Cultura finanziaria.

P.S.: Io non so dire se il Bitcoin arriverà a 100.000. Dico però: investire in Bitcoin? Perché no, certo. In maniera misurata, calibratissima, pensando come sempre prima alla perdita possibile e poi al guadagno.

Ma non destinare tante energie mentali alla criptovaluta, o ti assorbirà molto più del dovuto.

Metti energia e tanta per arricchire la tua Cultura finanziaria e gestire il portafoglio in modo adeguato. Condividi con noi la lezione di trading di Tony Cioli Puviani: clicca per iscriverti e vedi la registrazione.

Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa