Che cosa ci insegna la storia di Yahoo?

Pubblicato il: 10/02/22 11:46 PM

Alta classe nel trading

Yahoo è stato uno dei pionieri di Internet.
 
E dispiace, oggi, vederlo in una posizione di così poco rilievo nel mondo delle tecnologiche. Vale la pena di esaminarne la storia, perché può insegnarci molto.
 
Nel gennaio del 1994, due studenti della Università di Stanford, Jerry Yang e David Filo crearono “Jerry and David’s Guide to the World Wide Web”.
 
Un progetto di natura fra lo studentesco e il goliardico si trasformò dopo circa un anno in una piccola corporation, ribattezzandolo “Yahoo!”.
 
Era già avviato a diventare uno dei più importanti portali internet del mondo: con una offerta entusiasmante di giochi, viaggi, meteo, mappe, rivista online e ovviamente il servizio email.
 
Il 12 aprile del 1996, Yahoo si quotava al Nasdaq con il prezzo di offerta pubblica iniziale a 13 dollari, ma nel primo giorno negoziava già a 33 dollari.
 
Nel 1998, e questa è proprio bella, altri due studenti della Università di Stanford, che se hai buona memoria probabilmente già conosci, vale a dire Sergey Brin e il mitico Larry Page, offrirono a Yahoo la possibilità di acquistare la licenza della loro tecnologia di ricerca per un milione di dollari.
 
Yahoo rifiutò l’offerta: ma consigliò loro, da bravi compagni di facoltà, di fondare la loro azienda, e li presentò a Sequoia Capital, una società di venture capital della Silicon Valley. Le fondamenta di Google erano nate.
 
Nel gennaio del 2000, culmine della bolla dot-com, la capitalizzazione di Yahoo raggiunse il picco di 125 miliardi di dollari, l’azienda più preziosa al mondo. Da lì le azioni crollarono, perdendo fino al 95% del loro valore, per poi riprendersi un po’ negli anni successivi.
 
Nel 2002, Yahoo cercò un rilancio e propose alla società di Brin e Page, che si chiamava già Google, di acquistare la loro società per 3 miliardi di dollari. Ma Brin e Page ne volevano 5 e Yahoo rifiutò il rilancio.  
 
Per ironia della sorte, Yahoo aveva acquistato una certa Broadcast.com nell’aprile del 1999 per 5,7 miliardi di dollari per far crescere i suoi servizi di trasmissione web: troppo in anticipo sui tempi del mercato e sulle linee telefoniche dell’epoca, dovette chiudere quel ramo di attività tre anni dopo.
 
Nel 2008, Microsoft propose a Yahoo l’acquisizione per la favolosa cifra di 44,6 miliardi di dollari. Invece che chiedere dove dovevano firmare, Yahoo … rinunciò all’offerta.
 
Nel 2016, Yahoo vendette l’attività a Verizon per un decimo di quella somma, a 4,8 miliardi di dollari.
 
La realtà è che nella Silicon Valley le decisioni sbagliate danno origine a perdite astronomiche.
 
Tanto per infierire ancora su Yahoo, nel 2006, cercò di acquistare Facebook per un miliardo di dollari. Zuckerberg chiese 100 milioni in più e Yahoo fece saltare l’accordo.
 
Google acquistò YouTube nel 2006 per 1.65 miliardi di dollari, appena dopo 18 mesi dalla sua fondazione. Oggi YouTube è un business da 170 miliardi di dollari.
 
Facebook acquistò Instagram nel 2012, quando aveva 13 dipendenti per un miliardo di dollari. Oggi vale 100 miliardi di dollari ed è anche una parte fondamentale del business del gruppo.
 
Lezioni che vengono dalla storia e che è bene conoscere. Le decisioni corrette portano il successo, quelle sbagliate all’insuccesso o alla catastrofe.
 
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