Quella incredibile compiacenza
Nella nostra previsione, l’euro contro dollaro è ancora in fase rialzista e lo sarà fino al livello 1.12/1.13 .
Dal massimo del 7 gennaio 2021 al minimo del 28 settembre 2022, tracciando i livelli, scopriamo che l’euro ha toccato quasi il 50% del range di ritracciamento nell’area 1.0920/1.0925: o meglio lo ha mancato per una piccola quantità di pips (circa 25).
Il 62.50% del range è a 1.1303 e riteniamo che possa essere l’estensione massima di salita dell’euro nei confronti del dollaro. Estensione massima non significa che ci arriverà, è semplicemente un capolinea estremo.
Fra 1.1120 e 1.1190 ci sono supporti e resistenze importanti, disegnate al momento della discesa dell’eurodollaro, e quelle saranno dei muri difficili da rompere: di lì’, la nostra previsione sui livelli 1.12/1.13 citati all’inizio.
Sul Dollaro-Yen, tracciamo invece il range che parte dal minimo del covid di marzo 2020 fino al massimo dell’ottobre 2022: constatiamo che la discesa attuale non ha ancora toccato il 50% del range, situato a 126.40.
Il livello più basso recente toccato è stato 127.98, cosicché il livello 128 ha fatto rimbalzare il dollaro. Possiamo ipotizzare il livello 126.40 come il punto di arrivo.
Sull’AUDUSD tutto si è svolto molto più rapidamente, con i livelli di minimo e massimo del range attuale situati rispettivamente sul minimo del covid di marzo 2020 e il massimo del febbraio 2021: da quest’ultima data l’australiano è sceso fino a ritracciare il 75% del range (un livello molto frequente per le oceaniche) per poi risalire oltre il 37.50%, toccando 0.7142.
E se il movimento di risalita non dovesse ancora essere completo, ma è possibile che già lo sia, non andrebbe presumibilmente oltre il 25% a 0.7388.
L’oro ha toccato un massimo molto importante, oltre 1950, da cui ha avuto un sussulto di ritrazione.
Tipicamente, se il massimo di periodo fosse già fatto, dopo il ritracciamento che potrebbe essere già in corso, l’oro ritenterebbe la via dei massimi e se dovesse fallire il livello 1950, comincerebbe a scendere con una discesa che potrebbe essere significativa e pesante.
Questo potrebbe corrispondere ad una nostra previsione di lungo termine, che ritiene probabile nel 2023 lo sfondamento di quota 1600.
L’insieme di queste condizioni ci fa dire che il Dollaro, nella sua globalità rappresentato dal Dollar Index, fornisce alcuni sintomi di possibilità di ripresa. Il movimento prossimo potrebbe essere una fase stazionaria o di temporanea ripresa, un ulteriore affondo, forse un consolidamento sui minimi relativi, e poi una forte ripresa verso l’alto.
Il timing di tale movimento potrebbe coincidere con le prossime sette-otto settimane, diciamo di qui fino al 17 marzo, data nella quale i tempi di una risalita del Dollar Index dovrebbero essere maturi, o, anche essersi nel frattempo già manifestati.
Una temporanea discesa delle borse a fronte di una delusione (o apposita manovra manipolatoria dei grandi operatori) sui tassi per un periodo di 2-5 settimane, a partire dai primi di febbraio, un consolidamento su minimi relativi, e poi una ripartenza del mercato azionario farebbe da sfondo alla ripartenza anche del Dollar Index, almeno fino alla prima settimana di maggio.
L’oro, in tutto questo, seguirà in correlazione inversa il dollaro.
La settimana entrante, con il posizionamento sui tassi delle due principali banche centrali, la FED e la BCE, ci dirà se il timing di tale analisi parte effettivamente con la fine della settimana entrante. Ne riparleremo fra qualche giorno.
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P.S.: Nelle ultime settimane, abbiamo letto molto di persone, professionisti, organizzazioni, che con loquacità compiacente parlano di “fine del dollaro” per l’alleanza dei BRICS a creare una nuova valuta transnazionale, che soppianterebbe la valuta americana.
La perdita graduale di potere del dollaro è un fenomeno che sarà inevitabile nei prossimi anni e lo sosteniamo da tempo. Non riusciamo a comprendere che tipo di masochistica compiacenza possa esserci in tutto questo. Tratteremo tale tema, tuonando a nostro modo, in prossimi articoli.
E comunque riteniamo che non si tratti di fenomeni che si matureranno nell’arco di poco tempo, o che siano materia del 2023.
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Maurizio Monti
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