Dove aspettiamo il Bitcoin

Pubblicato il: 19/11/22 4:38 PM

Prima, guardali in faccia 

Il banchiere fritto, Sam Bankman-Fried, l’uomo che aveva bisogno soprattutto di un barbiere e non lo sapeva, ha combinato un grosso guaio.

Il fallimento della sua FTX è destinato a passare alla storia: non tanto come la Lehman Brothers delle cripto, quanto, ed è molto peggio, la nuova Enron.

Il caso Enron, a sua volta, non fu dissimile dal caso Parmalat.

Una grave malversazione da parte degli amministratori, una gestione allegra, una incapacità di contenere la smania di potenza, prima ancora che voler fare denaro.

Nulla a che vedere con Lehman, travolto dai subprime e dalla volontà politica di affondarlo.

Il nuovo CEO di FTX è John Ray, grande esperto di bancarotte fallimentari, inclusa la Enron. Ray dichiara di non avere visto mai nulla di simile a FTX. Gli lasciamo la parola:

1)  FTX ha prestato al suo CEO Sam Bankman-Fried più di un miliardo di dollari per “uso personale”. Al Direttore Tecnico Nishad Singh furono invece prestati 543 milioni di dollari (insomma, rispetto della gerarchia, no?).
2)  FTX ha usato i fondi dei Clienti per comprare le case dei dipendenti alle Bahamas (la sede della società). Dipendenti e dirigenti hanno potuto senza alcuno sforzo possedere case comprate con i fondi della società, che, a loro volta, erano i fondi dei clienti della società.
3)  FTX non ha mai tenuto registrazioni attendibili dei propri dipendenti, né di quello cui erano preposti. Molto probabilmente il numero dei dipendenti dichiarato era falso.
4)  Sam Bankman-Fried prese tutte le decisioni su un app che auto-distruggeva ogni comunicazione dopo un po’ di tempo. Ha anche incoraggiato i dipendenti a fare lo stesso.
5)  FTX non ha alcun sistema di gestione di cassa. Nessuno ha idea di quanto ci fosse in cassa momento per momento o, anche, dove fossero tenuti i fondi.
6)  FTX non ha mai tenuto alcun libro contabile né registrazioni di alcun genere dei propri asset digitali.
7)  Gli asset digitali depositati dai clienti non erano registrati in bilancio.
8)  FTX ha costruito un apposito software per nascondere l’abuso commesso sui fondi dei clienti.

FTX era valutato circa 32 miliardi di dollari, come il secondo exchange mondiale per le criptovalute (sembrano le valutazioni fatte ai tempi della bolla dot.com, la storia si ripete spesso con questi fenomeni: ti ricordi Yahoo! a 200 e passa miliardi di dollari?).

Ora che i giochi sono scoperti, sembra più una fantasiosa società sportiva rionale incapace perfino di tenere scritture contabili attendibili. Con la differenza che stiamo parlando di circa un milione di clienti che hanno depositi presso di loro.

Potrebbe essere uno dei peggiori casi di frode di tutti i tempi.

A fronte di questo, il Bitcoin, che era già malmesso, se possibile, è affondato ancora di più. Proviamo a fare un esercizio insieme di pura analisi grafica dei Bitcoin contro dollaro.

Il Bitcoin ha iniziato il suo declino dal massimo storico di novembre 2021. In nostri articoli del passato, abbiamo rilevato più volte la tendenza del Bitcoin ad anticipare i movimenti delle borse: e in effetti, ha cominciato a crollare alcune settimane prima.

Prendendo come riferimento il minimo di marzo 2020 (discesa del covid), il crollo ha fatto una pausa a metà strada (50% del range) a 36850, a fine gennaio. E’ andato poi a rimbalzare sulla media mobile a 50 (come un titolo americano) e dall’inizio della primavera in poi è solo sceso.

Ora è nell’area 16.600, fermato dai massimi registrati a dicembre del 2017, quando furono annunciati i future del CME sul Bitcoin a partire dal mese successivo: e la nuova prospettiva che il Bitcoin potesse essere shortato lo buttò giù per tutto il 2018 fino a sotto 3.000 .

Dire dove arriva, o se è già arrivato, è difficile, ovviamente. Ma come pura analisi grafica ci sono tre livelli inferiori tecnicamente interessanti.

Il prezzo 12600 è l’87.50% del range che abbiamo preso in esame. Ancora più sotto il 93.75%, a 8600 circa. Poi il minimo a 4500.

Il primo è quello che giudichiamo più probabile da testare per una ripresa almeno temporanea.

Questa potrebbe essere una anticipazione della ripresa delle borse, e, in questo senso, non la collocherei prima di febbraio, volendo ipotizzare borse negative per tutto il primo trimestre del 2023.

A chi piace di investire in Bitcoin, o anche nei CFD del Bitcoin, può stare in allerta nelle prossime settimane. Possono esserci dei momenti interessanti.

Chi lo fa, lo faccia con somme marginali rispetto al patrimonio di trading e senza particolare desiderio di avidità, ma con logica conservativa di pura diversificazione.

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P.S.: Prima, guardali in faccia. E’ un consiglio.

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