L’esperienza diventa ricchezza

Pubblicato il: 28/04/23 10:23 PM

Molte vittorie, pochissime sconfitte.

Da un giornale americano dell’agosto del 1923, con traduzione libera:

“La fiera dell’alta società di New York, in Park Avenue, qualche mese fa aveva pubblicizzato che, per l’intera settimana, dodici cinesi avrebbero tenuto una dimostrazione del gioco. Al termine del primo giorno, i gentili cinesi erano a mani vuote – la loro provvista era esaurita e non poté essere rinnovata. Una fabbrica americana ha in archivio ordini inevasi da parte di oltre tremila negozianti da ogni stato dell’Unione. Ogni giorno dai dieci ai quindici acquirenti provenienti da città tanto distanti quanto Little Rock o San Antonio si affacciano al suo reparto vendite e rendono la congestione ancora maggiore. Una delle maggiori case di prodotti sportivi (sic!) ha inviato in Cina un suo uomo – non con una lettera di credito ma con un sacco d’oro – con l’ordine di acquistare ogni set del gioco su cui riesca a mettere le mani. Più di un grande magazzino ha inviato un suo acquirente in Cina con due o tre mesi di anticipo sul proprio piano di vendite, così da potersi procurare i set prima che giunga la folla. Infatti è in arrivo una grande ressa, e le strutture cinesi che dovrebbero provvedere al rifornimento delle scorte le hanno esaurite.”

Quale sarà mai il prodotto per cui qualcuno andò in Cina con un sacco d’oro a comprarlo? Ricorda molto ciò che accade oggi al lancio di un nuovo modello di IPhone di Apple, vero?

Il prodotto, non molto noto in Italia, si chiama Mah-Jongg. E rappresenta la storia fantastica di un uomo che, un bel giorno, si mette in testa un progetto incredibile.

Joseph Park Babcock nacque a Lafayette nello stato dell’Indiana, negli Stati Uniti. Uomo di brillante intelligenza e ottime capacità manageriali, dopo la laurea in Ingegneria fu assunto dalla Standard Oil Company.

Come dire, il tempio del Petrolio di quell’epoca: parliamo dei primi anni del secolo scorso.

Ben presto la compagnia intuisce le doti dell’uomo. Nel 1912 lo invia in Cina, a Soochow, a dirigere la filiale locale della Standard Oil.

Babcock si trasferisce con la famiglia e per alcuni anni lavora intensamente per gli obiettivi della Compagnia in Cina, raggiungendo ottimi risultati.

Ma, per Babcock, un ruolo da dirigente di una multinazionale, alla lunga, andava troppo stretto.

Se vedi una foto dell’epoca di Babcock … lo trovi vagamente somigliante a W.D. Gann, il trader la cui memoria fu resa immortale dai suoi successi sui mercati.

Sempre elegantissimo, con una cravatta a fiocchetto, la camicia bianca, pettinato, uno sguardo intenso, una apparenza ordinata di un uomo dei primi anni del secolo scorso.

Grazie alle sue quasi istintive doti relazionali, Babcock, in Cina, si fa molti amici e frequenta gli ambienti più eleganti e raffinati.

E viene coinvolto in un gioco … che diventerà la sua passione, la sua vita, la sua professione, il suo business principale.

Il gioco è il Mah-Jongg … anzi, questo è il nome creato da lui stesso, perché quel gioco proviene da una tradizione cinese nata nel secolo precedente e diffusasi rapidamente in tutta la Cina meridionale, adattando mille volte il proprio nome ad altrettanti dialetti locali.

Il Mah-Jongg, nella versione cinese, si gioca in quattro persone e questo lo rende adatto alla socialità…. perché le tessere di cui è costituito il gioco vengono rimescolate più volte e in quella pausa c’è un naturale momento di conversazione fra i partecipanti.

Babcock decide di fare del Mah-Jongg un prodotto da portare negli Stati Uniti per commercializzarlo ovunque.

Lo adatta, ne rende le regole meno complicate di quelle cinesi, capisce che il pragmatismo americano ha bisogno di cose semplici, immediatamente fruibili …

Ma, soprattutto, elabora un piano di marketing eccezionale: associa al Mah-Jongg l’immagine di un gioco realizzato per la èlite cinese, un gioco reale creato in un lontano passato, prodotto di una tradizione di altissima classe.

Gli anni venti americani erano la culla del razzismo più deteriore: il sentiment anti-immigrati era alle stelle e un gioco cinese non avrebbe avuto nessuna probabilità di diffondersi, se non accompagnandolo con una immagine esotica da grande èlite

Gli americani bianchi apprezzarono subito quel gioco: non un prodotto cinese, ma un prodotto di una antica èlite del passato, qualche cosa di distintivo, esclusivo.

Babcock stipula un accordo di distribuzione con la Parker Brother (per intenderci: quelli del gioco dei Monopoli …): sulla confezione del Mah-Jongg della Parker Brother spicca la diffida ad usare le imitazioni, che “non possono mai essere come l’originale”.

E in effetti, la corsa dei competitor a copiare il gioco, ridenominandolo, cambiandogli qualche regola, andando in Cina per procurarselo, diventa sfrenata. I negozianti fanno fatica a tenere a bada i Clienti che vogliono il Mah-Jongg, e sembra, per almeno un paio d’anni, che sia impossibile soddisfare le richieste di tutto il pubblico.

Il gioco viene esportato in Nord Europa e in Inghilterra ha lo stesso successo che negli Stati Uniti. Babcock ha realizzato il suo sogno, trasformando la sua personale esperienza di conoscenza della Cina in un prodotto che affascina il grande Pubblico.

E’ una storia che affascina anche noi, che crediamo nella grande soddisfazione di diffondere qualche cosa di utile, piacevole, perché no, profittevole ad un Pubblico sempre più grande.

All’inizio del 2022, l’Istituto che dirigo decideva di rendere pubblica una grande strategia di trading in opzioni, prima confinata esclusivamente nell’area dei professional.

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E, soprattutto, sul primo sistema che fu presentato al pubblico.

Rivediamo la strategia, commentiamo i momenti di difficoltà, come furono affrontati, le molte vittorie e le pochissime sconfitte.

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P.S.: Ringrazio per il lavoro di ricerca l’Instituto Espanol de la Bolsa. La Cultura Finanziaria non è solo fatta di grafici, ma anche di amore per la conoscenza.

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