Siamo arrivati?
Nella giornata di venerdì 11 giugno, l’eurodollaro ci ha fatto vedere che la volatilità non è ancora seppellita sul mercato valutario.
Anzi, è pronta quando le circostanze ne favoriscono il risveglio.
Facciamo un po’ il punto della situazione.
L’appiattimento di volatilità verificatosi nelle ultime due settimane ha avuto diverse concause. Una è l’incertezza sul mercato azionario, in preda ad un curioso dilemma.
Mentre l’economia dà interessanti segni di ripresa, il mercato sembra pensare a ben altro.
I grandi operatori sembrano concentrati non sul ritorno al profitto da parte di molte aziende, piuttosto al possibile rallentamento del benefico flusso monetario da parte delle Banche centrali.
Rallentamento che potrebbe essere causato dall’andamento dei prezzi al consumo, in crescita preoccupante negli Stati Uniti.
Così, l’attesa del dato pubblicato giovedì 10 giugno alle 14.30 ha letteralmente paralizzato la volatilità sul mercato azionario americano, e di riflesso ha compresso anche quello europeo.
Sul mercato valutario, si è verificato un fenomeno consimile. E l’esplosione di volatilità di eurodollaro verificatasi il giorno successivo alla notizia ne è stata la dimostrazione evidente.
Il dollaro si è rafforzato, l’oro si è indebolito, l’S&P500 ha prima sfondato i massimi e poi ha ritracciato, mostrando debolezza e poca convinzione.
Sono in molti ad aspettarsi una inversione di tendenza almeno temporanea delle borse, di cui il crollo di eurodollaro di venerdì sarebbe una anticipazione.
Il movimento di rottura dei massimi di giovedì sarebbe stata soltanto una trappola per tori inesperti: tutto può essere.
Probabilmente le borse non crolleranno e magari ritracceranno, oppure no. Quello che ti faccio notare è che i mercati non vanno all’infinito in una sola direzione e ogni singolo titolo che hai in portafoglio può risentire delle prossime onde a cui le borse saranno soggette.
Possiamo pensare nel mercato dei nuovi anni venti di non avere idonei meccanismi di protezione del nostro portafoglio?
Possiamo continuare a ritenere che esisterà soltanto la direzione nord per i mercati azionari? È giunto o no il momento di pensare al cambio di scenario prossimo?
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P.S.: La domanda critica è: siamo arrivati? È il grande timore delle persone sagge che vedono valori di borsa incorrelati con la realtà. Il timore è giustificato. Non è giustificabile non porvi rimedio concreto.
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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa