Dall’inferno al Paradiso in meno di un anno

Pubblicato il: 15/02/21 10:55 PM

Cultura Finanziaria senza confini  

Nella settimana appena passata, il petrolio ha raggiunto i massimi da 13 mesi.
 
Circa 9 mesi fa lo avevamo visto sprofondare in prezzo negativo, insegnandoci che ad una commodity potesse accadere anche questo.
 
In quella circostanza, diversi analisti, anche alcuni nostri lettori, avevano predetto la fine del petrolio.

No, non era finito: anche perché i future di dicembre 2020 quotavano in quel momento circa 32 dollari, e chi negozia petrolio sa quello che fa, se accettare o no un prezzo di 32 dollari per consegna 8 mesi dopo. Prezzo che poi si è rivelato un ottimo affare.
 

La ripresa del petrolio da circa meno 40 dollari a circa più 60 dollari è stata prodigiosa.
 

Nell’aprile del 2020, il deprezzamento del petrolio vedeva come causa principale un alto livello di eccesso di offerta, con una domanda quasi azzerata vista la chiusura di molte industrie e l’uso limitato dei mezzi di trasporto a combustibili fossili.
 
E’ evidente che il prezzo negativo è stato fuori da ogni logica: essere pagati per prendersi il petrolio era un non-senso che forse non rivedremo mai più.

Quando il prezzo è tornato, immediatamente, sopra lo zero, ripartendo da circa 6 dollari, tutti gli analisti davano un prezzo del petrolio stabile a circa 20 dollari per molti anni. Secondo errore in pochi giorni.
 
L’OPEC ha capito ciò che doveva fare e ha reagito facendo tagli progressivi e molto significativi alla produzione. La ripresa è stata poi sostenuta dai seguenti fattori:

– Il recupero di una almeno tentata normalizzazione
– la riapertura delle fabbriche
– l’allentamento delle misure di contenimento del virus
– il ritorno al funzionamento almeno minimo delle compagnie aeree e delle industrie di trasporto 
e infine, e soprattutto
 le logiche illogiche speculative ed anticipatorie del mercato azionario. 

Nessuno avrebbe scommesso su una ripresa di questo genere, come quella che è avvenuta. Nemmeno i più ottimisti esperti di materie prime.
 
Marco Kolanovic è direttore delle strategie sui derivati di JPMorgan: sostiene che si sta avviando un nuovo super ciclo energetico, simile a quello generatosi fra il 1997 e il 2009 e il quinto negli ultimi 100 anni.

La sua visione è per nuovi guadagni per i futures del greggio e dei suoi simili nel settore, a causa di una serie di eventi, fra i quali cita le vaccinazioni di massa, il cammino dell’economia verso la normalità, i rendimenti bassi sulle obbligazioni e una ripresa del ciclo inflazionistico con l’inversione del medesimo da ribasso a rialzo.

Kolanovic sostiene addirittura che sarebbe possibile rivedere quota 100 dollari al barile.
 
Contro questa tesi, numerosi altri esperti ritengono che i mercati abbiano raggiunto un punto vicino alla rottura, che potrebbe riflettersi anzitutto sul mercato azionario e sui prezzi delle materie prime, con un pullback significativo, a causa dell’estensione eccessiva del rialzo, non sostenuta da una adeguata e corretta stima dei valori fondamentali.
 
Entrambe le posizioni hanno argomenti molto validi e non è escluso che entrambi abbiano visto giusto.
 
Il prezzo del petrolio ha superato la forte resistenza a 55 dollari e il movimento potrebbe perdurare al rialzo fino a quota 65 dollari (parliamo del future CL quotato al Chicago Mercantile).

Tale livello potrebbe costituire un temporaneo punto di svolta che andrebbe in ipotesi ad innescare un pullback (doppio massimo rispetto al 6 gennaio 2020).
 
Il prezzo potrebbe andare a ricercare le aree di supporto sottostanti (56 o 51 ad esempio) e poi, se dovesse realizzarsi la tesi di Kolanovic, tentare di andare a raggiungere le quote siderali dei 75 o più dollari. Non osiamo dire 100 dollari, ma la tentazione è forte.
 
Carlos Guayara
Strategist
Instituto Espanol de la Bolsa

(Traduzione libera a cura della redazione dell’Istituto Svizzero della Borsa)

 
Al Martedì della Borsa, sul Traders’ Webinar del 16 febbraio scorso alle 10.30, abbiamo confrontato l’opinione di uno specialista del calibro di Giorgio Pallini con questa analisi sul petrolio.

E abbiamo parlato dei mercati internazionali e di casa nostra, con i titoli migliori su cui potremo cogliere le più profittevoli opportunità. La bacheca è stata aperta come altre volte alle domande e richieste. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione, condividi un’ora di analisi e Cultura finanziaria.

P.S.: La Cultura finanziaria non ha confini. L’Instituto Espanol de la Bolsa, che ci ha inviato questo aricolo, affronta ormai il terzo anno di attività con un pubblico sempre più vasto di madrelingua spagnola e di italiani residenti in Spagna e Sud America.
Siamo fieri di questo: ci attende la sfida del mondo di lingua inglese, per definire veramente Universale la Cultura che vogliamo portare nel mondo. Raccoglieremo la sfida nel 2021.

Lo dobbiamo a te: grazie per seguirci e sostenerci nella meravigliosa missione di diffondere Cultura ad un Pubblico sempre più vasto. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione fino alla prossima puntata del Martedì della Borsa.

Maurizio Monti   
Editore
Traders’ Magazine Italia