Maledettamente dipendenti dal petrolio

Pubblicato il: 17/03/22 3:22 AM

Qualcuno lo aveva detto

Ci troviamo nel mezzo di uno shock energetico epocale. Certamente peggiorato dalla crisi in Ucraina: ma l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas è un fenomeno apparso inesorabile ormai dal celebre minimo negativo del petrolio in aprile del 2020.

In quell’epoca, ricordo, in alcuni webinar facemmo notare che i prezzi dei future a dicembre del 2020 erano già a 32 dollari, mentre il petrolio risorgeva con difficoltà a 6 dollari.

Un ascoltatore ci disse che quel prezzo sui future non aveva nessuna importanza e che il petrolio era ormai una commodity finita, il mondo aveva voltato pagina e il petrolio sarebbe rimasto a prezzi ridicoli. Era la sensazione molto diffusa in quel momento.

Ricordo anche, con il petrolio a 30 dollari, che un lettore scrisse, leggendo un nostro articolo, rimproverandoci che alcuni consigli rialzisti li avremmo dovuti dare con il petrolio a 6 dollari. Come se 30 dollari fosse un prezzo ormai terminale per il petrolio.

Nel luglio del 2021, ospiti di alcune trasmissioni a LeFontiTV, ribadimmo che il petrolio avrebbe avuto una pausa estiva ma poi sarebbe esploso fino ed oltre i 100 dollari il barile. E poi la guerra in Ucraina l’ha fatto esplodere molto più in alto.

C’è stata una grande illusione, parliamoci chiaro: la Green Economy non ha per nulla sostituito, come molti pensavano, la domanda mondiale di petrolio.

Un grande gestore di investimenti, Murray Stahl, chiarì molto bene il problema generato da quella illusione in un suo articolo.

Nel novembre del 2020, sostenne che le compagnie petrolifere e del gas di tutto il mondo hanno tagliato gli investimenti in nuovi pozzi a un ritmo incredibile. E aggiungeva:

“Exxon Mobile e Chevron, ad esempio, hanno speso il 70% in meno per la perforazione di pozzi dal 2020 al 2021 rispetto al 2014. Quella riduzione della spesa presto avrà un impatto sulla produzione.
Gli investitori sottovalutano la quantità di denaro necessaria per costruire infrastrutture di energia rinnovabile in tutto il mondo. La domanda di petrolio rimarrà forte.”

Stahl è convinto che la transizione verso le energie rinnovabili sarà molto più difficile da realizzare di quanto la maggior parte delle persone pensi. Anche nei casi più rialzisti per il futuro della crescita delle energie rinnovabili, avremo comunque bisogno di un’enorme quantità di petrolio e gas per aiutare a soddisfare la crescita mondiale del bisogno di energia.

Molto prima che la Russia invadesse l’Ucraina, il settore petrolifero e del gas era l’opportunità di investimento di una vita. Allo stesso modo, il recente aumento dei prezzi del petrolio dovuto alla guerra ha potenziato la richiesta.

Da novembre 2020, il settore energetico è aumentato di oltre il 127% e ha infranto l’aumento del 18% dell’S&P 500 nello stesso arco di tempo. Una performance migliore di sette volte.

Le energie rinnovabili sono il futuro. Ma non si costruisce il futuro senza il presente ed, almeno, un futuro prossimo. E non sembra che il futuro del petrolio sia soltanto così prossimo e di breve durata.

E la grande lezione, come sempre, è di guardare i numeri e non seguire le sensazioni o le percezioni intuitive. La realtà è un’altra cosa.

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P.S.: Non fare trading e non investire denaro sulle percezioni. I numeri sono l’unica cosa che conta in finanza. E un po’ anche in economia.

Le notizie tendono a distorcere le nostre percezioni. È la ragione per cui mettiamo in guardia dall’analisi ossessiva delle notizie a scopo di definizione di una strategia operativa. Prima delle notizie ci sono i numeri e dalle poche notizie fondamentali, se ti è possibile, estrai soltanto i numeri.

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