Un po’ di analisi tecnica
Siamo abbondantemente sopra la media mobile a 200 dell’S&P500. Secondo molti investitori, questo semplice indicatore ci dice che siamo nell’area bullish del mercato.
Il 27 maggio scorso, il prezzo ha esitato brevemente sulla linea della media a 200, al contrario di quanto era accaduto al momento del ribasso, quando la media doveva essere perforata dall’alto, nei giorni che sono intercorsi fra il 27 febbraio e il 5 marzo, quando l’esitazione è durata alcuni giorni.
Il 29 maggio il prezzo è andato a toccare con il minimo di nuovo la media a 200 e il minimo dell’1 giugno non ci è arrivato di un soffio. Ma tenendosi sempre ben sopra.
Il 18 marzo la media mobile a 20 periodi aveva bucato al ribasso la media a 200. Eravamo alla fine del ribasso, che si è fermato il 23 marzo. Meno di 100 punti ora mancano all’incrocio opposto, quando la media a 20 andrà a perforare quella a 200 dal basso verso l’alto. Cosa che potrebbe avvenire intorno al 10-11 giugno. Aggiungiamo tre-cinque giorni. Andiamo al 15-17 giugno come possibile top di questo ciclo. Lo so, gli incroci delle medie non hanno rilevanza statistica, è solo una osservazione che piacerà a chi le medie le disegna abitualmente.
Il nostro algoritmo
Il nostro algoritmo temporale, con una larga approssimazione, definisce la seconda metà di giugno come punto di inversione importante. Punto centrale probabile 19-22 giugno, ma con approssimazione ancora piuttosto larga di parecchi giorni. Se il mercato continua a salire, dovrebbe formarsi un massimo in quei giorni. Più avanti, l’algoritmo potrebbe perfezionare l’area temporale o confermare il 19-22 giugno.
Dove vanno le borse? La prospettiva di medio termine
In alcune nostre newsletter passate, avevamo previsto disordini e rivolte nelle strade, in molti paesi, fra cui gli Stati Uniti. Le rivolte che ci sono ora negli Stati Uniti non sono dovute all’omicidio di George Floyd da parte della polizia americana. Quello è stato solo il cerino acceso in una camera satura di gas pronta ad esplodere.
L’America, infatti, con i suoi 40 milioni circa di disoccupati da Covid-19 (George Floyd era uno di questi, fra l’altro) è ben lungi dall’essere great again. E quei 40 milioni di disoccupati, sostenuti anche da una generazione di giovani molto social quanto smarrita, sono il cuore della rivolta.
La disparità fra ricchi e poveri fa esplodere le strade. Succederà ancora, a lungo e altrove, e le borse non potranno ignorarlo per sempre.
La famiglia Trump è stata evacuata dalla Casa Bianca e il Presidente messo al sicuro in un bunker dai servizi segreti. Questo accadeva, in un lontano passato, ai presidenti sudamericani o africani, spesso visti fuggire in elicottero o datisi alla fuga in modo fantasioso. È accaduto al Presidente degli Stati Uniti.
C’è un secondo fenomeno. Il denaro gratis. Nessuno sa che cosa può accadere a fronte di bombardamenti di liquidità come quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e negli ultimi tre mesi. Questo “nessuno sa cosa può accadere” nasconde quello che tutti sanno. I valori si gonfiano. Tanto che quando si sgonfiano, i ribassi diventano crolli pericolosi.
Perché se il denaro è gratis non vale nulla. Il primo assaggio è stato il crollo di febbraio e marzo scorsi: è la matematica a dirci che la velocità di caduta è stata superiore a quella mai verificatasi. Se ci leggi con attenzione, abbiamo detto: questa crisi è simile al 1929 e non al 2008. Per la velocità ricorderà quella del 1987. Così è stato.
Terzo fenomeno: il mondo sta cambiando. Tanto. Nelle aziende di tutto il mondo sono allo studio riallocazioni dell’approvvigionamento di materie prime e riorganizzazioni delle supply chain. Nei prossimi anni, di qui fino al 2025, il flusso delle merci e dei capitali verrà rivoluzionato. Che cosa ha a che fare questo con le borse ora? Poco: ma è il fenomeno che alimenta quel pericoloso alternarsi di euforia e panico che è il destino del biennio 2020-2021 e forse anche del 2022. La Cina non compra più soia dagli Stati Uniti. Trump sta pensando come aggredire la Cina sul piano commerciale e della conoscenza tecnologica e lo sta facendo con molta determinazione.
Tutto questo farà esplodere situazioni che non possono che essere fuori controllo. Non avverrà subito, probabilmente non nel 2020. Ma avverrà. E creerà una crisi finanziaria che potrebbe essere molto grave: nel 2021 e nel 2022.
La nostra visione di insieme per le prossime tre settimane.
La mia opinione è che così non può durare a lungo, senza un ritracciamento serio.
È andata bene a tanti, alla fine. Molti hanno recuperato. Molti hanno limitato le perdite. Molti si sono lasciati convincere dal “tanto alla lunga i mercati salgono”. Insomma, tutto è andato bene, direbbe qualcuno.
Alla luce di tutto questo: sul future dell’S&P500 a 3086.75 c’è una resistenza, debole ma c’è. A 3240 c’è una resistenza molto forte. L’algoritmo di prezzo ha previsto oggi pomeriggio un 3232 come target di questo ciclo rialzista, con una possibile pausa a 3090 o circa.
Intorno a quota 3000 veleggia la citata media mobile a 200, intorno alla quale è possibile si formi una qualche attrazione di tipo mean reversion finché il prezzo non sarà sufficientemente lontano da essa.
L’algoritmo dice anche, come già espresso nell’articolo pubblicato ieri sull’Ultima ora di Traders’ Magazine Italia, che l’unica probabilità elevata di ingresso nei prossimi giorni è nell’area 2865, se si formerà un ritracciamento così profondo entro la fine di questa settimana o inizio della prossima. E se non si forma, non ci sono probabilità sufficienti a favore per entrare e prendere la cavalcata long.
Uno sguardo oltre le tre settimane.
Supponiamo di prendere 3232 come fine dell’onda rialzista e supponiamo di vederlo intorno al 19-22 giugno. In questo caso, il ritracciamento atteso sarebbe a 2750. Mica tanto alla fine. E lì il mercato potrebbe ripartire forte di nuovo verso quota 3000. E l’algoritmo continua a non escludere, come non ha mai escluso, nuovi massimi storici entro il 2020. L’onda rialzista in corso sarebbe quindi una prima onda, seguita da un’onda di correzione fino a 2750, seguita da una terza onda proiettata di nuovo al rialzo. E vedremo che cosa avviene di questo rialzo, se si verificherà quanto detto sopra.
Raccomandazione.
Non usare queste informazioni per fare trading, ma solo per avere un contributo di idee alla visione di scenario che è necessario avere per operare sui mercati. Guardati dai tromboni che guardano con sospetto alla pubblicazione di questi scenari di mercato. Ti diranno: si sbaglia, anzi non ne ha azzeccata una, sono tutte sciocchezze. Purtroppo per loro, abbiamo dedicato perfino una copertina di Traders’ Magazine nel 2018 al crollo dei mercati che abbiamo visto a febbraio e marzo. Noi sbagliamo, certo. Ma c’è chi sta sempre zitto perché non sa cosa dire. Noi esprimiamo un pensiero libero che dà fastidio a pelle al trombonismo imperante in questo Paese. Allora diranno: vedi, non ha fatto 3232, ma 3140, o 3080 o quello che sarà.
Noi abbiamo dedicato serenamente una vita allo studio di modelli matematici e di algoritmi con il solo scopo di individuare possibili visioni di mercato. Su questo abbiamo inventato sistemi di trading per lo più automatici che permettono a chi scrive in questo momento di dedicarsi all’attività editoriale con il solo scopo di diffondere Cultura finanziaria. I tromboni invece continuano a dire che intanto i mercati alla lunga salgono sempre. Perché di più non sono capaci di dire. Ci dispiace per loro. Ma tu, guardati dai tromboni, possono essere pericolosi per il tuo patrimonio. Non troverai nessun altro in Italia che ti dice con chiarezza queste cose. Nessuno è indipendente a sufficienza per poterlo dire: e a me hanno solo una soluzione, quella di uccidermi se vogliono farmi tacere.
E dopo questa raccomandazione, l’invito a rivedere il webinar con un grande fuoriclasse del trading e dell’investment: il 3 giugno scorso, un appuntamento imperdibile con Tony Cioli Puviani, autore di Certificati in Libertà, sul canale Webinar che l’Istituto Svizzero della Borsa mette a disposizione di Raccomandazioni di Borsa. Clicca per iscriverti e vedi la registrazione.
P.S.: L’algoritmo, con una certa coerenza rispetto alle borse, individua come punto possibile di ingresso long sul petrolio il prezzo di 25 dollari. Questo significherebbe un ritracciamento abbondante, ma alla fine ragionevole, dal minimo dei 6 dollari (lasciamo stare i numeri negativi) fino ai massimi in area 35-36 dollari, o al massimo eventuale che si formerà nei prossimi giorni. Sarebbe un bel punto di ingresso, se ci arriva.
C’è una corrente di pensiero che vede il petrolio non riprendersi mai più e tornare ad affondare. Può darsi e tutto può essere. Noi abbiamo espresso da subito l’opinione che la normalità, a prezzi anche bassi a piacere ma più realistici, sarebbe tornata presto.
E sono curioso, come lo sei tu, di sapere come la pensa Tony, anche su questo. Clicca per condividere con noi un’ora di Cultura finanziaria. Iscriviti e vedi la registrazione.
Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa