Quello che nessuno ti ha detto sul codice informatico cinese

Pubblicato il: 25/05/23 10:47 PM

Guerra strisciante.

Guam è un’isola dell’Oceano Pacifico occidentale, la più grande e a sud dell’arcipelago delle Marianne: ed è al bordo dell’omonima fossa oceanica, la più profonda che l’uomo conosca.

La sua storia è affascinante: ed è una storia, come spesso accade, che ci aiuta a capire i tempi che stiamo vivendo.

Ferdinando Magellano la scoprì nel 1521. Gli abitanti, all’arrivo dei non richiesti ospiti, erano molto incuriositi da tutto quello che portavano con sé.

A causa di tale curiosità, probabilmente, alcuni di loro esagerarono, e Magellano decise di chiamare quel territorio l’Isola dei ladroni (ladrones, in spagnolo).

Pochi anni dopo, gli spagnoli (che invece, per questo, non si sentirono affatto ladrones) dichiararono l’isola come possedimento della Spagna: e tale rimase per qualche centinaio di anni.

L’interesse degli spagnoli sull’isola era strategico. Per la sua posizione, costituiva un’ottima tappa per la rotta pacifica, per collegare le Filippine con il Messico, altri territori dove gli spagnoli avevano acquisito il controllo.

La Spagna non aveva però fatto i conti con la nascita degli Stati Uniti: i quali, consideravano Guam e le Filippine due bocconi strategici.

La guerra ispano-americana (perché ci fu anche quella, se ne parla poco), conclusasi con il trattato di Parigi, costrinse la Spagna a cedere agli Stati Uniti il controllo di Guam, e, tanto perché a questi ultimi non mancasse nulla, anche di Porto Rico e delle Filippine.

Così, Guam, da porto di primo approdo per gli spagnoli che provenivano dalle Filippine diretti in Messico, diventò porto di partenza per le navi americane dirette alle Filippine.

Subito dopo Pearl Harbour, nel dicembre del 1941, nel conflitto appena dichiarato, i giapponesi pensarono bene di invadere Guam, per stabilirvi una base di appoggio a due passi dai nemici statunitensi.

Gli Stati Uniti avevano troppe cose da legarsi al dito per pensare subito a Guam. Quando ci pensarono, però, dal 21 luglio all’8 agosto 1944 annientarono le forse giapponesi che avevano invaso l’isola.

Per la cronaca, nel 1972, fu trovato un soldato giapponese che aveva vissuto nella foresta di Guam, ignaro che la guerra fosse finita.

Oggi, Guam, in virtù di un trattato del 1950, è “territorio non incorporato negli Stati Uniti”. Che è una formula ibrida che consente agli abitanti di essere cittadini degli Stati Uniti e di avere una propria autonomia amministrativa e di governo.

E’ giunto il momento di arrivare alla storia dei tempi nostri.

Curiosi palloni aerostatici sorvolano gli Stati Uniti. Vengono dalla Cina, la quale, si giustifica dicendo che sono palloni meteorologici.

Gli Stati Uniti, evidentemente, ritengono che le previsioni del tempo le sanno fare anche senza i Cinesi e abbattono i palloni.

L’FBI si mette ad indagare sui resti dei palloni abbattuti, sembra senza trovare significativi riscontri.

Nel frattempo, le agenzie di intelligence statunitensi e, più recentemente, la Microsoft rilevano un misterioso codice informatico, apparso nei sistemi di telecomunicazione dell’isola di Guam, oltreché in altre parti degli Stati Uniti.

Secondo Microsoft, il codice è stato installato da hacker cinesi.

Il destino di Guam e della sua appetitosa posizione strategica emerge ancora una volta con prepotenza.

L’Isola di Guam, con i suoi porti nel Pacifico, e la grande base aerea degli USA, diventerebbe il fulcro della risposta militare statunitense ad una eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina.

E questa è la chiave di lettura che non tutti hanno spiegato con chiarezza (è la Cultura a fare la differenza, materia prima sempre più rara…).

Del codice, fino a pochi giorni fa, si sapeva poco, se non il fatto che si diffondesse attraverso router e comuni dispositivi di consumo connessi a internet, per rendere l’intrusione più difficile da tracciare.

Un attacco certamente più insidioso dei palloncini …

Questa settimana, la Microsoft e la US Security Agency hanno pubblicato i dettagli del codice, in modo da consentire agli utenti di rilevarlo ed eliminarlo.

Il suo nome è Web Shell, è definito come uno script dannoso che consente l’accesso remoto a un server.

I router domestici, specialmente quelli meno recenti con dispositivi di protezione meno aggiornati, sembrano essere particolarmente vulnerabili al codice.

Microsoft ha anche avvertito che questo attacco non prende di mira solo le comunicazioni, i servizi di elettricità e gas, ma anche le operazioni marittime e i trasporti.

Le intrusioni sembravano, per ora, essere una campagna di spionaggio. Ma i cinesi potrebbero utilizzare il codice per consentire attacchi distruttivi, se lo desiderano.

La prossima tappa che attende l’umanità sarà Taiwan …

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P.S.: E’ una guerra strisciante. Sì, e speriamo continui solo a strisciare.

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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa