Chi si ricorda del “Dieselgate” di Volkswagen?
Nel gennaio del 2016, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, per conto dell’agenzia per la protezione dell’ambiente, ha citato in giudizio la casa automobilistica tedesca, accusandola di avere manomesso i test sulle emissione delle sue auto diesel.
La società, dopo qualche esitazione, si è dichiarata colpevole.
Da quella data e fino a giugno 2020, Wolkswagen ha accumulato 33,3 miliardi di dollari di costi di richiamo, modifica e ripristino, o riacquisto, multe, sanzioni e accordi di transazione. Negli Stati Uniti, la società ha pagato 2,8 miliardi di dollari di sanzione penale e 1,5 miliardi di dollari di sanzioni civili.
Ha accettato di versare 2,7 miliardi di dollari per danni ambientali e si è impegnata a sviluppare infrastrutture per le emissioni pulite.
Così, ha costituito una nuova filiale negli Stati Uniti, denominata Electrify America: questa azienda sta installando migliaia di stazioni di ricarica per veicoli elettrici negli Stati Uniti.
Poco dopo il procedimento civile e penale, VolksWagen ha dichiarato che sarebbe diventata a emissioni zero entro il 2050. Gran parte di tale piano, oggi inesorabilmente accorciato per ragioni evidenti di concorrenza, si basa sulla produzione di veicoli elettrici.
Nel 2020, l’azienda ha consegnato 231.600 veicoli elettrici, il triplo di quanto aveva fatto nel 2019. Il programma di produzione intende superare Tesla, producendo 28 milioni di veicoli elettrici entro il 2028, investendo, finora, 37 miliardi di dollari in tale programma.
Insieme con VolksWagen, che ha cercato di trasformare un grave incidente di percorso in una opportunità, molte altre aziende automobilistiche stanno convertendosi ai modelli elettrici.
Nelle opportunità di trading, il settore automobilistico può rivelarsi molto interessante per operazioni di lungo o di breve termine: esamineremo ancora altre case costruttrici e il loro posizionamento sul mercato dell’elettrico nei prossimi articoli.
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Maurizio Monti
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