L’apocalisse del conflitto Cina-Taiwan

Pubblicato il: 12/05/23 12:17 AM

Onore e merito

Quando accendi il tuo smartphone o guidi la tua automobile, molto probabilmente devi ringraziare un signore molto distinto e modesto, sempre elegante e dallo sguardo vagamente enigmatico: sto parlando di Morris Chang.

Chang è una persona di enorme esperienza e cultura.

Nacque in Cina, il 10 luglio del 1931, in una città denominata Chingbo.

Per darti un’idea di dove si trova, ti dirò che è vicino a Chekiang (che, altrettanto, non ti dice nulla, ma se ti dico che è nell’angolo di sud-est della Cina, affacciata sul mare, quasi di fronte a Taiwan, puoi farti un’idea).

Una zona destinata poi a diventare una delle più industrializzate della Repubblica Popolare Cinese.

Chang visse tutte le grandi contraddizioni della Cina del suo tempo, fra cui la guerra civile, piuttosto che l’invasione di Hong Kong, dove si era trasferito, da parte dell’esercito giapponese, nel 1941, costringendolo, di nuovo, a fuggire.

Dopo molte peripezie, nel 1949, riuscì a trasferirsi negli Stati Uniti per studiare ad Harvard.

Completati gli studi, affrontò una brillantissima carriera professionale, lavorando per ben 25 anni per la Texas Instruments, di cui arrivò ad essere il vice-presidente della sezione semiconduttori.

Dopo un breve periodo in General Instrument Corporation, fu chiamato dall’allora premier di Taiwan Sun Yun-Suan, che lo invitò a trasferirsi, per mettere a disposizione la sua enorme esperienza nei semiconduttori in quella che poi sarebbe diventata la sua seconda patria.

Era il 1987 e fu fondata la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company Limited (TSMC). Oggi, il primo colosso mondiale per la produzione di semiconduttori.

Chang, grazie al totale appoggio del governo taiwanese, che intendeva sviluppare la produzione dei semiconduttori e rendere l’industria dell’isola la prima al mondo nel settore, sviluppò un modello di business che puntava tutto alla produzione su larghissima scala, differendo il profitto immediato, per puntare ad una profittabilità molto più elevata nel tempo.

Una sfida difficile, che richiedeva un complesso equilibrio finanziario da tenere sotto controllo, ma che si rivelò molto presto una scelta vincente.

La TSMC acquisì un vantaggio competitivo incolmabile grazie a tale politica, sacrificando gli utili dei primi anni per un progetto più ampio di lungo termine. Una scelta incredibilmente coraggiosa.

La maggior parte degli stabilimenti di TSMC, oggi, si trova in Taiwan. Sia il governo cinese che quello americano hanno finanziato la nascita di ulteriori stabilimenti di TSMC nei rispettivi paesi.

Chang fu presidente di TSMC per 31 anni, fino al 2018, quando decise di ritirarsi.

Nel 2022, Warren Buffett decise di investire 4,1 miliardi di dollari nella TSMC. Il 6 maggio scorso, Warren annunciò il suo totale disimpegno dal titolo, a causa della crescente preoccupazione per la tensione geopolitica fra Cina e Taiwan.

Una eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina, oltreché costituire un enorme rischio di tensione internazionale con gli USA e l’occidente, avrebbe ripercussioni disastrose su tutta la catena di produzione occidentale.

Recentemente, JP Morgan ha dato per possibile un incremento del costo del barile di petrolio fino a 380 dollari nei prossimi 3 anni.

Tale scenario sarebbe assolutamente realistico, in ipotesi di un conflitto Cina-Taiwan, a causa dell’improvvisa caduta della produzione di petrolio dovuta alla carenza di semiconduttori.

Automobili, computer, smartphones, prodotti di consumo, elettrodomestici avrebbero enormi conseguenze di tagli della produzione. L’economia mondiale vivrebbe uno scenario apocalittico.

Incalcolabili e sostanzialmente sconosciute le conseguenze potenziali sul piano militare: tutto ciò rende manifesta l’incredibile fragilità sottostante alla società contemporanea.

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P.S.: Onore e merito a Morris Chang per avere creato prodotti di cui il mondo ha disperato bisogno e che hanno migliorato la nostra qualità della vita. In una Taiwan libera dalla mostruosità della dittatura cinese.

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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa