Il terrore dell’inflazione è la svolta dei mercati?

Pubblicato il: 16/05/21 3:04 AM

La Storia? Siamo noi

È bastato poco. Ma è stata una notizia shock.

L’inflazione americana è più alta delle attese.

Il mercato aveva fatto le spallucce al più drammatico sbaglio previsionale che si ricordi nella storia del non-farm payroll, avvenuto venerdì scorso, dove anziché 978.000 nuovi posti di lavoro, negli Stati Uniti se ne sono creati soltanto 266.000.

Per di più con una rettifica al ribasso anche del dato precedente, di circa 200.000 unità (sorry, avevamo contato male, può capitare, i pallottolieri alle volte …).

Un po’ di reazione emotiva, prontamente rientrata, che ci importa alla fine, che cosa conta l’economia se continuano ad arrivare soldi gratis dal cielo.

Ma l’inflazione è un’altra storia. L’inflazione può significare, deve significare, significherà rialzo dei tassi. Cioè, dal cielo piove meno denaro e per di più non è più gratis.

Il denaro potrebbe tornare ad avere un prezzo. L’inflazione è il prezzo che si paga quando circola troppa moneta. Quando la circolazione monetaria è superiore ai beni che possono essere acquistati. Aumentano i prezzi, si deprezza la moneta e tutto torna in equilibrio. Nel frattempo i tassi, il prezzo del denaro, fa parte di questo ritorno all’equilibrio, quanto meno della sua ricerca.

In realtà, è come un indice in tendenza mean reverting. E’ la ricerca dell’equilibrio, la legge che domina il mercato.

Qui, mean reverting significa rialzo dei tassi. Potenziale spostamento dei capitali dalle borse ad altri strumenti. Flussi monetari e valutari che si ribaltano, dollaro meno debole, o più forte, perché i tassi giocano un brutto scherzo, torna il carry-trade.

La guerra delle valute sposta il suo baricentro, mentre la Cina per difendersi gioca la carta della propria criptomoneta ufficiale.

Ce ne è abbastanza per fare bang? O è solo una grande colossale confusione, il grande caos che precede una crisi profonda di ristrutturazione e rinascita dopo la morte della crisi pandemica, quando questa avverrà?

La Modern Monetary Theory è una balla colossale o sarà la realtà, malgrado il terrore dell’inflazione che comincia a serpeggiare? Per quanto le Banche centrali potranno mantenere fede ai tassi a zero? E se così non fosse l’Italia con il 160% di debito sul PIL troppo dipendente dal mercato internazionale che impatto subirà?

C’è un grande esperto che sale sul palcoscenico dei webinar dell’Istituto Svizzero della Borsa, oggi, 13 maggio, alle ore 18: è Tony Cioli Puviani, autore di Certificati in Libertà su Raccomandazioni di Borsa.

Proviamo, con lui, a dipanare una matassa complicata: quali sono le conseguenze sui mercati? Siamo alla svolta? O ancora il mercato azionario è più che mai toro?

Clicca per iscriverti, sono 50 minuti di grande Cultura finanziaria.

P.S.: Gli ultimi sei anni del ciclo iniziato nell’agosto del 2007, che si concluderà secondo le nostre valutazioni nel 2025, sono i più sconvolgenti. Possiamo definirli gli anni della morte e rinascita. Muore un mondo, la pandemia è quasi un simbolo di quella morte. Nasce, nel contempo, una nuova realtà, nasce di fatto un nuovo mondo, che è fondato su radici molto diverse e che stenta a delinearsi, perché è ancora solo un embrione e non riusciamo a pensare come sarà da adulto.

Un miliardo e trecento milioni di persone in India, in preda ad una pandemia terrificante, non è un problema che si risolve nel 2021. E il mondo è troppo piccolo e troppo correlato per pensare che questo non ci riguarderà.

Finalmente ci stanno raccontando che l’immunità di gregge è un’utopia che non raggiungeremo. La morte del vecchio mondo è ancora in corso. Il nuovo non si vede ancora, si sa che esiste, una simbolica Venere è incinta di quel nuovo mondo e lo darà alla luce. Ma non c’è ancora.

Nel frattempo regna una grande confusione. Gli errori storici del capitalismo economico che ha ripiegato la testa al capitalismo finanziario e finanche al capitalismo del partito unico comunista arrivano a scadenza: sono cambiali che vanno pagate.

Le risorse per pagare quelle cambiali non arriveranno dalle Banche centrali. Sono dentro noi stessi, perché la storia, alla fine, siamo noi.

Clicca per iscriverti, Tony sarà meno teorico e molto più pragmatico di me. Ma ci vogliono entrambe le cose.

Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa