Il vero supporto dell’eurodollaro

Pubblicato il: 25/11/21 11:19 PM

Grafico Settimanale dell’eurodollaro – clicca sull’immagine per ingrandirla

L’analisi si fa profitto

Chi segue le nostre pubblicazioni, sa che annunciavamo lo short di eurodollaro dal 6 gennaio 2021. E per fissare bene la memoria di tale previsione abbiamo sempre detto “dal giorno dell’invasione di Capitol Hill da parte dei fanatici”.

Ai fanatici aggiungevamo, un tempo, una parola per far capire di chi fossero fanatici: abbiamo constatato con sorpresa che questa parola offendeva qualcuno (più intelligente e sensibile di noi, probabilmente, o meno predisposto a sentire la verità … non so quale delle due). E quindi lasciamo fanatici e basta.

L’eurodollaro continua ad affondare, sulla scia di una politica, comune a molte amministrazioni democratiche del passato, di rafforzamento del dollaro.

Viene da chiedersi, di quanto può affondare? Quale è il supporto dell’eurodollaro?

Come sempre ricordiamo che nemmeno noi leggiamo il giornale del giorno dopo, ma possiamo tentare di fare una analisi e qualche ipotesi.

Per farlo, ricorriamo ad un grafico settimanale: che ci rappresenta bene all’interno di quale range si muove l’eurodollaro da molti anni.

Partiamo da lontano per capire il range principale. Nella penultima settimana di Ottobre del 2020, l’eurodollaro toccava il minimo di 0.8231.

Alcuni dei  trader più giovani, probabilmente, non ci avranno neanche mai fatto caso, ma l’euro, a quel tempo è ripartito dall’abisso.

A luglio del 2008, l’eurodollaro era alla fantastica vetta di 1.6038, in doppio massimo, un po’ approssimativo, rispetto al massimo dell’aprile dello stesso anno. Il range primario è quindi quello fra il minimo di ottobre 2020 e il massimo di luglio 2008.

Come talvolta accade ai doppi massimi, è stato l’inizio di una discesa lunghissima che perdura ancora.

La prima reazione è stata di affondare a quasi il 50% del range, a novembre del 2008, a 1.2329. Poi, rimbalzone fino a toccare, dal basso l’87.50% del range: e come vuole la nostra statistica, nuovo affondo fino a toccare, stavolta con precisione, di nuovo il 50% del range, di poco sotto 1.20.

Ancora rimbalzo e doppio minimo successivo di nuovo sul 50% del range: nuovo tentativo di ripartenza ma a maggio 2014, insieme con una stagione appena iniziata di perturbazione sulle commodity, iniziava la nuova discesa di eurodollaro.

Stavolta la discesa disegnava un minimo veramente importante, ancora oggi importante, a 1.0470, era il marzo 2015. E questo è un livello da tenere a mente, perché viene doppiato a novembre 2015, e poi perforato di più di una figura a dicembre 2016.


Da qui eurodollaro trova ancora la forza di ritornare in quota e si ferma a 1.2557 a febbraio del 2018. Anche questo livello è importante, perché tracciando i livelli fra il minimo del dicembre 2016 e il massimo del febbraio del 2018 otteniamo il range secondario dove ci muoviamo ancora adesso.

Nella terza settimana di marzo 2020, nel punto più basso della crisi del Covid, il prezzo tocca il 12.50% di detto range secondario, rimbalza e va a formare un massimo sull’87.50% dello stesso range proprio il 6 gennaio del 2021.

Siamo arrivati ai giorni nostri e al punto della nostra previsione più recente: una figura tecnicamente perfetta che faceva presagire una ulteriore onda ribassista, quella dove ci troviamo ora.

A questo punto, diventa relativamente facile formulare i possibili punti di supporto prossimi, guardando il range secondario: il prezzo attuale intorno a 1.12 è circa il 37.50% del range, quindi sotto il 50%.

In caso di rimbalzo, 1.1455 è il punto di resistenza del 50% da sotto, un movimento classico possibile di ri-test.

Il 12.50% del range andrebbe a doppiare e probabilmente a perforare di circa una figura il supporto a 1.07: diciamo 1.06 come punto di arrivo prossimo. Poi 1.0480 e 1.0350 in caso di perforazione di tutti i supporti del range secondario.

Se dovesse essere perforato il range secondario, dovremmo riferirci a quello primario definito all’inizio di questa analisi e andremmo ad indagare l’abisso. Ma non è necessario farlo ora: in mezzo a tutti questi numeri, ci saranno gli interventi delle banche centrali, che certamente è più che mai difficile prevedere.

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Maurizio Monti

Editore

La Mela Deliziosa