Apple, guai con il Dipartimento di Giustizia

Pubblicato il: 21/03/24 11:32 PM

Block Trades, esperienza da condividere.

E’ appena di pochi giorni fa il nostro articolo dove ci chiedevamo se Apple fosse ancora la stessa azienda che conoscevamo da sempre.

Sembra davvero non lo sia più. Periodo di sfortuna o eccessiva spregiudicatezza dell’attuale management, ammalato di auto-referenzialità da potenza del marchio?

Ieri, il Dipartimento di Giustizia americano ha annunciato una causa antitrust contro Apple, accusando il colosso della tecnologia di avere realizzato un monopolio illegale negli smartphone, volto ad escludere i concorrenti, soffocare l’innovazione, mantenendo i prezzi artificialmente alti.

Sembra quindi che le nostre valutazioni sulla carenza di nuovi prodotti da parte di Apple abbia trovato condivisione nientemeno che nel Dipartimento di Giustizia.

La causa, depositata presso un tribunale federale nel New Jersey, sostiene che Apple ha il potere monopolistico nel mercato degli smartphone e sfrutta il controllo sull’iPhone, “una condotta totalmente illegale”.

“Apple ha bloccato i suoi consumatori nell’iPhone mentre escludeva i suoi concorrenti dal mercato”, ha affermato il vice procuratore generale Lisa Monaco. Bloccando l’avanzamento del mercato stesso che ha rivoluzionato, ha detto, ha “soffocato un intero settore”.

Apple ha definito la causa “sbagliata in fatto e in diritto” e ha affermato che “si difenderà vigorosamente”.

La causa prende di mira il modo in cui Apple presumibilmente imposta la sua tecnologia e le sue relazioni commerciali per “estrarre più denaro da consumatori, sviluppatori, creatori di contenuti, artisti, editori, piccole imprese e commercianti, tra gli altri”.

Ciò include la riduzione della funzionalità degli smartwatch non Apple, la limitazione dell’accesso ai pagamenti contactless per portafogli digitali di terze parti e il rifiuto di consentire all’app iMessage di scambiare messaggi crittografati con piattaforme concorrenti.

Il Dipartimento di Giustizia persegue l’intento di impedire ad Apple di indebolire le tecnologie che competono con le sue stesse app – in aree quali streaming, messaggistica e pagamenti digitali – e di impedirle di continuare a stipulare contratti con sviluppatori, produttori di accessori e consumatori che le consentano di “ottenere, mantenere, estendere o rafforzare un monopolio”.

La causa – intentata davanti a 16 procuratori generali dello stato – è solo l’ultimo esempio di aggressiva applicazione delle norme antitrust da parte di un’amministrazione che ha anche affrontato Google, Amazon e altri giganti della tecnologia con l’obiettivo dichiarato di rendere l’universo digitale più giusto, innovativo e competitivo.

“Il Dipartimento di Giustizia ha un’eredità duratura nell’affrontare i monopoli più grandi e difficili della storia”, ha affermato il procuratore generale aggiunto Jonathan Kanter, capo della divisione antitrust, in una conferenza stampa che annunciava la causa. “Oggi siamo qui ancora una volta per promuovere la concorrenza e l’innovazione per la prossima generazione di tecnologia”.

La ricercatrice antitrust Dina Srinavasan, ricercatrice dell’Università di Yale, ha paragonato il significato della causa all’azione del governo contro Microsoft un quarto di secolo fa, scegliendo una “lotta tremenda” con quella che è stata l’azienda più prospera del mondo.

“È davvero una grande sfida salire e prendere a pugni qualcuno che si comporta come un prepotente e finge di non essere un prepotente”, ha detto.

Il presidente Joe Biden ha chiesto al Dipartimento di Giustizia e alla Federal Trade Commission di applicare vigorosamente gli statuti antitrust.

Sebbene il suo rafforzamento della sorveglianza sulle fusioni aziendali e sulle pratiche commerciali discutibili abbia incontrato la resistenza di alcuni leader aziendali – accusando l’amministrazione democratica di esagerare – è stato lodato da altri come atteso da tempo.

Il caso mira a perforare la fortezza digitale che Apple Inc., con sede a Cupertino, in California, ha assiduamente costruito attorno all’iPhone e ad altri prodotti popolari come iPad, Mac e Apple Watch per creare quello che viene spesso definito un “giardino recintato”.

La strategia ha aiutato Apple a raggiungere un fatturato annuo di quasi 400 miliardi di dollari e, fino a poco tempo fa, un valore di mercato di oltre 3 trilioni di dollari.

Ma le azioni di Apple sono scese quest’anno, malgrado il suo ruolo di traino del mercato azionario, con il risultato che la rivale di lunga data Microsoft si è impossessata del titolo di azienda di maggior valore al mondo.

Apple ha affermato che la causa, in caso di successo, “ostacolerebbe la nostra capacità di creare il tipo di tecnologia che le persone si aspettano da Apple – dove hardware, software e servizi si intersecano” e “costituirebbe un pericoloso precedente, consentendo al governo di prendere un ruolo pesante nel progettare la tecnologia delle persone”.

“In Apple, innoviamo ogni giorno per far amare la tecnologia, progettando prodotti che funzionano perfettamente insieme, proteggono la privacy e la sicurezza delle persone e creano un’esperienza magica per i nostri utenti”, ha affermato la società in una nota. “Questa causa minaccia chi siamo e i principi che distinguono i prodotti Apple in mercati fortemente competitivi.”

Io credo che le aziende sono fatte dalle persone.

E che nessuno ha realmente sostituito Steve Jobs, e Apple sta vivendo di quello che Jobs ha creato. Facendo una ventina di versioni diverse della stessa pappa, innalzando abilmente i prezzi ad ogni versione per abituare i consumatori a pagare tanto il marchio, per la stessa pappa di sempre.

Vogliano scusarmi gli estimatori di Apple.

Sono un utilizzatore dell’iPhone dalla versione 2. E da una certa versione in poi non sono riuscito a capire che cosa il prodotto mi desse di più della versione precedente oltre il prezzo ogni volta più alto.

Ora, forse, è ora che Apple inventi qualcosa di nuovo.

Nel nostro articolo precedente, avevamo parlato di un pubblico, quello dei consumatori cinesi, molto propenso all’innovazione, che sta rifiutando il prodotto Apple, preferendogli i marchi cinesi Huawei e Xiaomi.

Che, è vero, hanno copiato da Apple, ma ora, la carenza di innovazione di Apple, ha reso i prodotti dei concorrenti cinesi simili nelle prestazioni con prezzi di gran lunga inferiori.

E quindi, come dar torto ai consumatori cinesi?

Nel segmento dell’intelligenza artificiale, nel giro di qualche anno, nascerà qualche device rivoluzionario, che andrà a posizionarsi sul mercato degli smartphone.

E ho la sensazione che Apple ha un management troppo vanaglorioso del brand per rendersi conto che, forse, è ora di svegliarsi.

Speriamo sia la volta buona. Ieri il titolo, in borsa, sembrava avere preso lo scivolo per scendere.

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P.S.: La grande delusione sulla capacità di Apple di interpretare realmente i bisogni dei suoi clienti è stato nell’annuncio del prodotto per il metaverso.

Occhialoni vistosi, con cui si può fare un mix di realtà virtuale e aumentata.  

Per poco meno di 4.000 dollari. Un prezzo Apple per un prodotto che non serve a nessuno, almeno finché non riusciranno a convincere i consumatori ad indossare gli occhiali.

Non ho dati certi, ma penso sia stato un fiasco colossale.

Su, sveglia, ragazzi. E’ ora di finirla di campare sul genio di Steve Jobs. Dimostrate chi è Apple, dimostrando chi siete voi.

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Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa