La Croce d’Oro: quali conseguenze per il mercato?

Pubblicato il: 12/02/23 8:34 PM

Multi-direzionale, è il vero segreto

Gli americani la chiamano la “Golden Cross”.
 
Se segui i nostri webinar, trovi sempre un grafico dell’S&P500 dove tracciamo quattro linee dinamiche: le medie mobili semplici a 50,100 e 200. E la media mobile esponenziale a 150.
 
Il 30 dicembre scorso, la media mobile a 50 periodi superava la media mobile a 100.
 
Il 9 settembre era accaduta la stessa cosa, ma il sorpasso fu di breve durata. Nella fatidica data del 14 ottobre, il giorno dopo il minimo a 3502, la media a 50 era di nuovo sotto la media a 100.
 
Stavolta, però, accade qualche cosa di più. Il 31 gennaio sul grafico si disegna la “Golden Cross”: l’incrocio della media mobile a 50 con la media mobile a 200 periodi.
 
Pochi giorni prima, il 25 gennaio, era la media mobile esponenziale a 150 periodi ad avere effettuato il sorpasso della 200.
 
Venerdì scorso, 10 febbraio, la media mobile a 50 periodi andava a toccare anche la 150 esponenziale.
 
Più di un sintomo di trend rialzista: più di una condizione per dire che i minimi del 13 ottobre rimarranno tali per parecchio tempo.
 
Dal 1950, l’S&P500 ha visto 36 Golden Cross. L’80% delle volte, dopo 12 mesi dall’incrocio, l’S&P500 era più alto rispetto ad un anno prima: con il rialzo medio di circa il 10%.
 
Quando la Golden Cross si è verificata sotto più del 10% rispetto ai massimi storici (come ora), le probabilità sono ancora più alte: su 16 volte in cui è accaduta tale condizione15 volte (94%) l’S&P500 era più alto 12 mesi dopo, con un rendimento medio del 16%.
 
Abbiamo ristretto ancora di più le condizioni possibili: se la Golden Cross supera la media mobile a 200, rimane sopra di essa almeno tre giorni, dopo avere trascorso almeno nove mesi sotto di essa, tale condizione si è verificata otto volte dal 1950 al 2022.
 
Tutte e otto le volte, è iniziato un mercato rialzista.
 
Attenzione però.
 
Molto spesso, la Golden Cross si accompagna con una “ricarica” del mercato: ovvero con una fase di ritracciamento, temporanea che sembra negare il segnale rialzista.
 
E’ quello che con molte probabilità potrebbe avvenire ora, nelle prossime 3-5 settimane. Vale a dire, una flessione del mercato, per individuare dei nuovi minimi di ripartenza.
 
Il 2 febbraio, due giorni dopo la Golden Cross, l’S&P500 ha fatto un massimo importante a 4.208.
 
Poi è tornato indietro e venerdì scorso ha toccato il minimo a 4060, che trovi anche annunciato nel webinar che è in corso ora (4059 per l’esattezza), registrato poche ore prima.
 
Nell’area dei 3975-3980 c’è il supporto dinamico della trend line rialzista degli ultimi minimi.
 
E’ il lato inferiore di un triangolo, il cui lato superiore è stato violato al rialzo il 23 gennaio.
 
Se rientra nell’area del triangolo e tocca il suo lato inferiore, è possibile anche la violazione di quest’ultimo, con un affondo che può arrivare a 3850 o anche a sondare i minimi recenti di 3788.
 
La resistenza teorica di questa settimana è 4163, mentre il supporto è 4036: entrambi non troppo lontani da 4099, il livello della chiusura di venerdì sera. Aggiorneremo questi valori nei prossimi articoli.
 
E’ tempo di rottura di supporti e resistenze?
 
Da martedì a giovedì, arriva una raffica di notizie sensibili, a partire, alle 14.30 di martedì, dal dato sulla inflazione americana.
 
E’ difficile che i mercati prendano una direzione certa: e sarà un su e giù, ma la china del mercato è probabilmente ribassista fino ai primi 15 giorni di marzo.
 
Ieri abbiamo provato a disegnare uno scenario, prima su e poi giù per questa settimana, ma questa è solo una pura ipotesi: il mercato intraday ormai è dominio incontrastato dei predoni.
 
Sul nostro canale webinar, continua il grande successo di Incassi Costanti America: come trarre profitto da tutte le direzioni del mercato.
 
Non essere non-direzionale. Multi-direzionale è la formula giusta, molto molto sicura e profittevole.
 
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P.S.: Nel webinar trovi, fra l’altro, uno spunto interessante: come valutare il surriscaldamento della volatilità prendendo a riferimento il VVIX e il VIX. E, come sempre, il modo migliore per analizzare i mercati contemporanei.

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Maurizio Monti
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