Proprio tu!
Se ti piace il pugilato, ricorderai sicuramente alcuni combattimenti storici di Muhammad Alì, alias Cassius Clay.
Muhammad Alì, uno degli atleti più famosi della storia, era noto per molte cose, tra cui le sue abilità nel pugilato, il suo attivismo per i diritti civili, la sua opposizione alla guerra del Vietnam e il suo spirito acuto.
Tuttavia, per quanto estroverso fosse il nativo di Louisville, nel Kentucky, una storia relativamente sconosciuta su Alì è riemersa poco dopo la sua morte nel 2016.
Un giorno, un fotografo del Los Angeles Times si trovava in una strada di Los Angeles quando vide un uomo che minacciava di gettarsi da un edificio per togliersi la vita.
Il ragazzo, un giovane uomo di colore che indossava jeans e felpa con cappuccio, era su una scala antincendio al nono piano di un edificio di uffici.
L’uomo, che nei resoconti successivi venne descritto come “Joe”, gridò “Non vado bene” e “Sto per saltare!”.
Secondo la polizia, “sembrava pensare di essere in Vietnam”, poiché era un veterano di guerra.
Una folla si è radunata sotto, molti di loro esortavano a saltare, mentre gli agenti di polizia, uno psichiatra e un sacerdote si sono affacciati da una finestra vicina implorandolo di entrare.
Nonostante i molteplici sforzi, l’uomo si è rifiutato di tornare in salvo.
Nel frattempo, un amico di Alì è arrivato sul posto e ha allertato l’atleta, che è comparso pochi minuti dopo.
Il fotografo ha visto Alì correre nell’edificio, lo ha fotografato mentre parlava con Joe e lo convinceva a rientrare. Una di quelle fotografie fu condivisa dal Los Angeles Times decenni dopo e divenne una foto storica.
Bruce Hagerty, un agente di polizia di Los Angeles che era presente sulla scena, ha descritto come Alì sia intervenuto:
“La situazione al piano di sotto era piuttosto brutta, c’era una folla di 200 o 300 persone […] Cantavano: “Salta! Salta!”
Quindi la situazione divenne un po’ tesa, era orribile […] L’uomo era agitato e irragionevole, e non si può ragionare con persone irragionevoli, quindi eravamo preoccupati che potesse davvero saltare.
Abbiamo visto arrivare una Rolls Royce […] Muhammad Alì è uscito e mi ha stretto la mano, e abbiamo parlato un po’, fatto una sorta di piano d’azione e definito alcune regole di ingaggio.
Allora andò lassù, parlò con quell’uomo e lo fece parlare per un po’ […] Era una specie di ultima risorsa.
[…] Quando scesero, Alì disse che aveva promesso all’uomo un passaggio sulla sua Rolls Royce. […] Gli ho detto di sì, potevo viaggiare con lui purché in macchina ci fosse anche un agente di polizia”.
Alì disse all’uomo: “Sei mio fratello! “Ti amo e non potrei mentirti.”
Si avvicinò alla scala antincendio, mise un braccio attorno a Joe e lo guidò all’interno. Salirono sull’auto di Alì e, dopo essersi fermati alla stazione di polizia, si recarono in un reparto psichiatrico del Veterans Hospital.
In una conferenza stampa più tardi, quel giorno, Alì disse che avrebbe comprato a Joe dei vestiti e lo avrebbe portato nel suo stato natale, il Michigan. Non si sa se abbiano realmente portato a termine l’avventura.
Si seppe poco di quello che accadde all’uomo in seguito, fino a quando anni dopo il New York Times scoprì che Joe aveva solo 21 anni.
Era troppo giovane per aver prestato servizio in Vietnam, ed era “seriamente disturbato”, secondo i rapporti della polizia.
Alì è un simbolo, di forza, determinazione, coraggio, etica, linearità.
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P.S.: Quando l’uomo ha visto Alì, avrebbe gridato: “Sei proprio tu!”.
La polizia di Los Angeles ha attribuito ad Alì tutto il merito di aver convinto l’uomo.
“Non c’è dubbio, Alì ha salvato la vita di quell’uomo.”
Grande Alì. Grandi tutti coloro che si battono per un mondo migliore e un grande risultato.
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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa