La Guerra Fredda che si combatte sul mercato.

Pubblicato il: 10/01/24 11:12 PM

La storia della Schiava Americana.

C’è un gioco che è stato venduto, nel mondo, 250 milioni di volte. Coinvolgendo a giocarci miliardi di persone.

Probabilmente tutti noi abbiamo giocato almeno una volta a Monopoli.

Nel 1934, Charles Darrow, designer di giochi, viveva in un quartiere molto periferico di Philadelphia.

La prima versione del Monopoli da lui creata era un prodotto artigianale, venduto one to one, direttamente da lui e in pochi esemplari.

Investì i profitti di tali vendite nel produrre 5.000 unità stampate professionalmente, che riuscì a vendere in un grande magazzino della sua città.

Darrow propose il gioco a Parker Brothers, che, dopo molte esitazioni iniziali, negoziò con lui un accordo di licenza.

Appena messo in vendita sulla scala più ampia che Parker Brothers era in grado di gestire, il prodotto, in breve, collezionò 5000 esemplari venduti a settimana. Destinato, poi, a diventare il gioco da tavolo di maggior successo di tutti i tempi.

In realtà, Darrow non fu il primo inventore del gioco.

Fu forse la persona più convinta a poter utilizzare il gioco come base di un grande business.

Ma per scoprire il vero inventore, dobbiamo andare indietro nel tempo, ai primi anni del novecento.

Fu in quegli anni che una donna, Elizabeth J. Magie, chiese il brevetto per un gioco da tavolo che possiamo tradurre in “Il gioco del proprietario”.

Elizabeth era una ardente antimonopolista.

Femminista convinta, con inclinazioni socialiste, Magie era una grande comunicatrice, capace di creare campagne intelligenti per costringere la società ad affrontare le disuguaglianze civili del suo tempo.

Divenne famosa al pubblico, mettendo un annuncio su un giornale locale, offrendosi al miglior pretendente e qualificandosi come “giovane donna, schiava americana”.

L’annuncio fece scalpore e contribuì ad accrescere la sua reputazione di difensore dei diritti civili.

Elizabeth era stata influenzata dal libro di Henry George “Progresso e povertà”, pubblicato nel 1879, dove si sosteneva la convinzione che i lavoratori dovrebbero essere proprietari di ciò che producono, ma che le risorse naturali e il reddito economico derivato dalla terra dovrebbero essere una sorta di proprietà sociale condivisa.

Magie, sulla base degli insegnamenti di George, creò così il Gioco del proprietario, chiedendone il brevetto nel 1903.

L’intenzione del gioco era di dimostrare i mali della concentrazione della proprietà.

La sua speranza era che i giocatori respingessero la strategia del gioco, in cui il vincitore prende tutto, che significa un singolo giocatore proprietario di tutto, mentre tutti gli altri vanno in bancarotta.

Il gioco divenne una sorta di emblema delle idee socialiste. La correlazione ideologica, di fatto, portò il gioco della Magie ad una diffusione molto limitata.

L’idea del gioco fu invece presa da Darrow, che ne fece un successo commerciale: chi gioca vuole identificarsi con la persona di successo, colui che vince. Altro che volerne respingere l’idea. La natura dell’uomo, forse, ha molto poco di socialista.

L’idea originale di Magie, fu presa da Ralph Anspach, professore alla San Francisco State University, il quale cercò di rivalutare l’idea originale di gioco anti-monopolio, lanciando una edizione alternativa a quella dei Monopoli della Parker Brothers.

Nel 1973, quest’ultima intraprese un’azione legale per far ritirare il gioco dal mercato.

La causa andò avanti un decennio e si concluse con un accordo fra Anspach e la Parker Brothers, con cui veniva consentito al primo la diffusione del proprio gioco. Così, ancora oggi, c’è una versione del gioco “capitalista” e una “socialista”.

Nelle indagini effettuate, Anspach scoprì che la Parker Brothers, nel 1936, pagò una piccola somma (500 dollari) a Magie. Ma i termini dell’accordo sottostante a tale somma non furono mai chiariti.

Il gioco dei Monopoli, con la sua doppia versione, sembra voler rappresentare il dualismo dell’anima dei mercatil’oscillazione fra la paura e l’avidità.

Questo è, in definitiva, il significato profondo della duplice interpretazione “socialista” e “capitalista” del gioco.

Il mercato costituisce la sintesi di quella guerra fredda continua ed universale fra la paura e l’avidità dell’uomo.

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Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa