Guerra in vista, e se l’inflazione non scendesse più?

Pubblicato il: 14/04/24 5:46 PM

“Come da precedenti valutazioni”.

E’ Foxbusiness.com a pubblicare, venerdì 12 aprile, un commento di Breck Dumas, sul dato relativo alla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti.

I diversi governatori della FED, nelle ultime due settimane, ci hanno dispensato dei più diversi punti di vista: l’inflazione persiste ma bisogna tagliare i tassi, persiste e così i tassi non vanno tagliati, persiste ma i tassi li taglieremo, più avanti.

I pareri convergevano solo sul fatto che l’inflazione persiste.

E i consumatori americani su questo, trovandosi di fronte ai prezzi che continuano ad aumentare, appaiono d’accordo.

L’indice calcolato dall’Università del Michigan è bruscamente diminuito a 79.3 dal dato di 82.5 del mese precedente e molto più in basso del previsto 82.2.

Per quanto riguarda la BCE, detto per inciso, la dichiarazione rilasciata dalla Lagarde ha aggiunto la solita tipica briciola di umorismo che la accompagna da sempre.

Infatti, secondo la BCE, l’inflazione è scesa (a “conferma di precedenti valutazioni”, cioè: lo avevate previsto? quando? a chi lo avete detto? lo dite adesso perché è scesa?), ma i tassi restano dove sono.

Infatti, è sempre la Lagarde a deliziarci, alla BCE “non ci stiamo impegnando preventivamente su un percorso specifico” per i tassi di interesse.

Non sia mai che si impegnino, è contro i loro principi. Malgrado questo, la discesa dell’inflazione corrisponde a “precedenti valutazioni”. Però non è un impegno, eh.

Che bravi che sono. Sembrano le dichiarazioni dei fuffaguru che hanno previsto sempre tutto, il giorno dopo per il giorno prima.


Aspettarsi dalle Banche Centrali un po’ di valore aggiunto, un piano di previsione, una briciola di valutazione realmente economica e non politica, un azzardo minimo per definire obiettivi e tempi è una battaglia persa, a cui siamo abituati. Per forza, poi, i mercati reagiscono creandosi le proprie idee e non credendo più ai ritornelli ripetitivi delle banche centrali.

Ma le convinzioni dei mercati possono diventare perfino pericolose: per questo, forse, delineare piani che possano cambiare ed essere modificati con il tempo e a causa delle circostanze, da parte delle Banche Centrali, forse contribuirebbe a dare messaggi più chiari e a lasciare meno spazio alle fantasie di manipolazione finalizzata da parte dei grandi gruppi finanziari.

La settimana che si è chiusa ha visto la rottura del supporto 5200 sull’S&P500 future, avvenuta dopo parecchi tentativi, tutti rientrati.

Ora 5200 potrebbe essere una resistenza e se il mercato decidesse di ritentare un allungo prima, in ipotesi, di affondare ancora, avrebbe a che fare con la barriera 5200, che probabilmente verrebbe toccata per dar luogo al punto di partenza di un ulteriore possibile ribasso.

Il minimo di venerdì 12 aprile è andato finalmente a fermarsi sulla media mobile a 50 periodi, fenomeno che non vedevamo da lungo tempo.

Al tocco della media mobile, il prezzo ha avuto il consueto piccolo shock ed è andato a chiudere su un livello strategico importante un po’ più in alto, calcolato come un buon profitto per i grandi istituzionali presenti sul mercato delle opzioni di breve termine.

I primi posizionamenti sul mercato delle opzioni a scadenza durante la prossima settimana confermano quanto visto nel webinar di cui trovate il link a fine pagina: tendenza ad abbassare i supporti.

Il prossimo supporto di breve ben visibile è a 5100, irrobustito da ingressi ulteriori anche nella giornata di venerdì.

Dalla parte alta, il massimo di venerdì nell’area alta del range a 5275 ha consentito anche di distribuire la vendita di molte call scadenza lunedì 15 aprile su tutta la catena discendente da 5350 a 5200.

Tutto questo depone più per una continuazione dell’affondo piuttosto che per un recupero rialzista dalle posizioni attuali.

Ovviamente, tutto può cambiare, anche nel giro di poco.

Nel prossimo articolo, faremo alcune ipotesi di minimi relativi possibili che il mercato potrebbe sondare nei prossimi giorni. La visione di fondo resta peraltro rialzista, fino a prova contraria. L’affondo è un ritracciamento di una lunga fase rialzista.

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P.S.: Alcuni broker hanno aumentato i margini durante il fine settimana (in taluni casi di parecchio). Che è sempre un sintomo di maggior rischio sul mercato.

Sotto la cenere c’è molta paura che il rialzo eccessivo generi un ribasso eccessivo. Il Vix, venerdì, ha fatto un balzo fino all’area dei 19 punti indice, confermando i massimi crescenti succedutisi al grande minimo di metà dicembre.

Per ora il mercato ha solo registrato la delusione di earnings dei finanziari non proprio brillanti.

Il rischio geopolitico Iran-USA-Israele gioca la sua parte, non tanto per la paura del conflitto (abbiamo visto i mercati totalmente insensibili alla guerra in sé, in quanto guerra), quanto per la previsione di conseguenze sul prezzo del petrolio e sulla inevitabile ulteriore possibile scia inflazionistica che tale aumento potrà comportare.

L’inflazione scenderà veramente? Sai che a questo punto, dopo che la Lagarde ha detto “l’inflazione scende come da precedenti valutazioni” è la volta buona che l’inflazione non scende più? Mica perché ce l’ho con lei. E’ che proprio porta sf…..

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Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa