L’incredibile storia dell’aereo con i finestrini rettangolari

Pubblicato il: 3/08/22 11:33 PM

Narciso annegherà

La de Havilland Aircraft Company era una azienda britannica, di grande prestigio, costruttrice di aeromobili.
 
Fondata nel 1920, nel secondo dopoguerra ebbe un grande sviluppo, fino alla sua chiusura nel 1964, assorbita da una azienda canadese più grande.
 
Geoffrey de Havilland, seconda generazione alla guida della compagnia, aveva una grande competenza nel settore aeronautico. Era, però, spaventosamente ambizioso … forse troppo.
 
Alla fine degli anni quaranta, l’azienda lavorava alla costruzione di un aeromobile di nuovissima generazione: un quadrimotore di nome Comet, destinato, nell’intento del costruttore, a sbaragliare la concorrenza nel segmento dell’aeronautica civile europea.
 
Tutte le componenti dell’aereo e le sue caratteristiche fondamentali erano improntati ad un concetto nuovissimo, dalla fusoliera, al modo di assemblare i pannelli attraverso un metodo brevettato detto Redux, alla propulsione a getto, mai installata prima su aeromobili di linea, alla pressurizzazione, che consentiva una pressione doppia rispetto a quella di altri aerei dei competitors.
 
Un prodotto in apparenza perfetto, eccezionale. Un decennio avanti agli altri, era l’opinione di molti.
 
Quando il Comet cominciò ad operare, invece, si manifestarono molti problemi, alcuni anche drammatici.
 
Il 2 maggio 1952 si ebbe la prima avvisaglia, con alcuni problemi in fase di decollo dall’aeroporto di Roma. Non ci furono conseguenze per i passeggeri e dopo qualche controllo di rito si imputarono le cause a eventi occasionali non ripetibili.
 
Tre incidenti successivi, a distanza di meno di due anni, e, purtroppo, nessun superstite, convinsero i tecnici che qualcosa non andava a livello progettuale.
 
Nella stravagante ambizione di de Havilland, l’aereo era stato progettato, per distinguersi dagli altri, con finestrini rettangolari.
 
Invece, ora conoscerai perché i finestrini degli aerei sono ovali: il finestrino rettangolare, nel momento delle fasi di maggiore stress del velivolo, cede sugli angoli, creando minuscole crepe all’interno della carrozzeria, diminuendone la resistenza … e favorendo la sostanziale disintegrazione dell’aeromobile.
 
Quello che era avvenuto negli incidenti di cui sopra.
 
Questo ci dà una grande lezione che possiamo applicare al mondo del trading.
 
Per prima cosa: l’ambizione eccessiva. Di recente in un nostro articolo abbiamo parlato dell’umiltà e non a caso.
 
L’ambizione eccessiva porta a comportamenti esagerati ed impropri rispetto alla finalità.
 
Porta, ad esempio, a voler dimostrare non di essere bravi, ma di essere i più bravi, di essere imbattibili, di essere i primi a tutti i costi.
 
Nel trading, questo è molto pericoloso. Porta ad atteggiamenti di “odiare la perdita”, che è ben diverso dall’ “accettare la perdita”.
 
Tutti coloro che in 40 anni di trading ho incontrato che mi dicevano di “odiare la perdita” si sono rovinati. Inevitabilmente.
 
“Odiare la perdita” significa avere un grave problema psichiatrico di narcisismo, dove la perdita la si evita a tutti i costi, con manovre da saltimbanco, con incredibili giravolte che vanno contro la linearità e compostezza che il trading richiede.
 
Una operazione in perdita la si accetta e se ne fanno altre due in guadagno. Se non accetti la perdita, e cominci le tue manovre da saltimbanco per eccesso di ambizione e di narcisismo, prima o poi, un giorno, il mercato te la farà pagare.
 
E ti farà capire che non devi “odiare la perdita”, ma “accettarla” e, magari, imparare da essa.
 
De Havilland fu costretto a cedere l’azienda. Il nome, il marchio erano compromessi. Il tutto, perché i finestrini di un aereo di linea non possono essere rettangolari …  L’ambizione eccessiva, che diventa narcisismo, porta alla rovina.
 
Ne parleremo ancora … nei prossimi scritti e nei prossimi webinar.
 
Perché è troppo importante comprendere appieno questo insegnamento: quando da una operazione, magari negativa, si cerca di fare troppi salti mortali per correggerla, per evitare la perdita, per guadagnare … il rischio aumenta molto di più di quanto tu non possa percepire.
 
Oggi va in onda un webinar imperdibile, dove parliamo del metodo Zenith, usare le opzioni per fare trading sull’azionario: scoprirai un mondo che non sospettavi dove capirai l’essenza che muove un’onda del mercato.
 
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P.S.: Ogni riferimento a persona o fatto reale è tutt’altro che casuale: ma lo scopo è quello di imparare noi, che altri si rovinino con le proprie mani è un destino che non dipende da noi, è implicito alla realtà.

Imparare noi ci aiuta a scegliere e a capire. C’è un limite dove il mostrare di essere bravi confligge con l’evidenza di aumentare troppo il rischio.

E questo dobbiamo ficcarcelo bene in testa, perché, alle volte, una inconsapevole ammirazione ci porta a seguire, a emulare, vorremmo fare come il genio e seguirlo passo passo … non farlo, fermati prima quando vedi l’esagerazione, quando è evidente che non si segue più un metodo ma si tenta la sorte, cercando di aggiustare a tutti i costi, sbattendo a destra, a sinistra, su, giù e poi … se va bene ti sei salvato, ma di quanto hai aumentato il rischio?

Una volta o l’altra il genio incontrerà lo stagno dove Narciso annegherà. E tu non andargli dietro.

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