La moneta privata: quando crollerà il Bitcoin?

Pubblicato il: 21/04/21 11:39 PM

Accelerazione del cambiamento

Immagina il governo degli Stati Uniti inibito a stampare dollari. O la Banca Centrale Europea impossibilitata a stampare euro.

È quanto avvenne in Gran Bretagna nel 1651, alla fine di una sanguinosa guerra civile. La “prerogativa reale” della Monarchia di stampare moneta fu cancellata.

La conseguenza è facile da comprendere: sul mercato, ben presto, si manifestò carenza di moneta.

Come sempre, il mercato reagisce. E così, negozianti, mercanti, albergatori cominciarono a produrre monete specifiche per la loro attività. Una moneta privata, se vuoi un antenato alla lontana di una crypto. Una moneta non emessa dai regolatori.

A Londra, nel giro di poco tempo, circolavano 4.000 tipologie diverse di tale moneta privata, che veniva accettata, in quanto in cambio di essa potevano essere comprati dei beni o dei servizi.

Come andò a finire, è la storia a raccontarcelo. Il potere della corona venne presto restaurato. Carlo II, appena insediatosi, percepì immediatamente la moneta privata come una sfida all’autorità della Monarchia.

Ben presto vietò la circolazione di tale moneta e la Royal Mint tornò ad essere l’unica moneta autorizzata.

Nel 2018, la Cina ha vietato la circolazione del Bitcoin. La Turchia ha fatto lo stesso alcuni giorni fa e l’India ci sta pensando.

Powell, che significa l’opinione della FED, la scorsa settimana, ha definito le crypto “veicoli speculativi”.

Il Regno Unito sta pensando ad una propria crypto, regolamentata dalla Banca centrale. La Lagarde, in passato, ha manifestato addirittura irritazione per l’esistenza delle crypto.

Sono sintomi che, tutti insieme, portano alla memoria Carlo II …

Ai regolatori, storicamente, le monete fuori del loro controllo non piacciono. Sarà diverso questa volta?

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Maurizio Monti
Editore
Istituto Svizzero della Borsa