Perchè il 5G è molto molto di più di quello che pensiamo

Pubblicato il: 27/02/21 1:56 PM

Ci sto con la testa, tranquillo

All’epoca in cui c’era la Sip, non ancora la Telecom o la Tim, ricevetti una chiamata. Era la primavera del 1986, se ricordo bene, e la persona che mi chiamava era un venditore della Sip.

A quel tempo, non mi aspettavo neanche che esistesse un “venditore Sip”. La Sip era una istituzione nazionale. Si andava nei loro uffici, si faceva la fila, dall’altra parte c’erano persone che tutto potevano essere qualificate meno che venditori.

Non avevano bisogno di vendere. C’erano solo loro. Se volevi avere il servizio telefonico, andavi da loro, e ti armavi anche di pazienza. Io avevo una mia collaboratrice che mi evitava questo tipo di cose, ma soffrivo per lei, ogni volta che, per qualche ragione, “doveva andare alla Sip”.

Ero ancora in Italia a quel tempo. E quella telefonata mi incuriosì molto. Quel signore mi informava di una iniziativa per allargare l’area di sperimentazione del telefono cellulare veicolare a circa 5000 utenti in Italia. E mi chiedeva se volevo essere fra quei 5000.

Avevo sentito parlare, anni prima, di un cellulare Motorola che si chiamava Dyna-tac. E alcuni amici dall’estero mi raccontavano del “brick”, il mattone, il nome che era stato dato a quella generazione di telefoni cellulari.

L’idea mi piacque subito. Gli chiesi che cosa avrei dovuto fare: mi indirizzò in una officina autorizzata, che mi installò nel bagagliaio dell’automobile una centralina, nel vano oggetti interno il telefono vero e proprio e sul tetto una antennona con una buffa spirale alla base.

Avevo acquisito il telefono veicolare a 450 Mhz, il primo veicolare Sip, al costo, non trascurabile, di 6 milioni di lire dell’epoca. Tutto l’apparato, compresa la centralina, pesava circa 6 chilogrammi. Un milione di lire al chilo.

La mia organizzazione del lavoro si trasformò rapidamente. Concentravo le telefonate nei tragitti in auto. Nessuna norma limitava l’uso del telefono alla guida (sì, eravamo tutti degli incoscienti): ma il tempo dei percorsi in auto diventava produttivo.

Il tempo in ufficio era ancora più valorizzato dal differimento delle chiamate ai momenti di guida.

Da 5.000 che eravamo, con le generazioni successive di telefoni a 900 Mhz, che io acquistai prontamente perché garantivano una migliore copertura (l’antenna era anche più piccola, meno male), nel 1989 l’Italia era già diventata il paese con il più alto numero di abbonati in Europa ai telefoni veicolari: eravamo in 100.000, e non allo stadio, come nella canzone di Celentano, ma in giro per le strade italiane.

Nel frattempo, era nato il micro-tac Motorola: e con l’attivazione della rete ETACS, ancora analogica, il cellulare abbandonava l’automobile e diventava oggetto portatile. E alla fine del 1992 iniziava la diffusione della rete GSM e la relativa esplosione commerciale della telefonia cellulare come oggetto alla portata di tutti.

Soprattutto, come era cambiato da subito il mio stile di vita con l’uso del telefono veicolare, il cellulare portatile ampiamente diffuso modificò profondamente le abitudini dell’intera popolazione. Si può parlare per strada, mentre si è in attesa, ciò che prima era rigorosamente privato, la conversazione dal telefono fisso di casa, è diventato, in qualche modo, fenomeno pubblico. La tecnologia ha cambiato il nostro modo di essere e di agire.

L’impatto di tale evoluzione nelle telecomunicazioni è proseguito con gli smartphone, con la rete 3G e poi 4G.

Il telefono cellulare è diventato un oggetto che “telefona anche”, ma soprattutto è un piccolo computer in grado di connettersi a internet, a farci leggere la posta, a fornirci un numero incredibile di applicazioni, e a consentirci una gratuità quasi scontata di taluni servizi, che un tempo pagavamo cari.

Ora, siamo alla prossima esplosione del 5G.

Siamo in preda al susseguirsi della crisi pandemica, con una Europa che una volta di più sta dimostrando i suoi limiti, umiliandosi di fronte a Gran Bretagna e Stati Uniti, per un vergognoso ritardo comparativo della campagna vaccinale. E siamo poco propensi a guardare alla evoluzione tecnologica, quando c’è l’ansia se domani potremo uscire di casa, difficile pensare al prossimo salto in avanti della tecnologia.

Ma il 5G non è solo evoluzione tecnologica. È il primo passo di una gigantesca rivoluzione. Quella rivoluzione ci scoppierà letteralmente in mano all’uscita della pandemia.

Il 5G non è la successione logica del 3G e del 4G. E’ l’inizio di una nuova era di tecnologia della connessione universale.

Anzitutto, il 5G va a una velocità di 10.000 megabit. Contro i 100 Megabit del 4G. Cento volte di più.

Questo significa un allargamento colossale degli orizzonti della connettività. Ti faccio alcuni esempi.

L’internet delle cose non sarà più solo un concetto più o meno astratto e di là da venire. Il frigorifero che ti avverte di comprare il latte, è una realtà molto più vicina di quanto non pensi.

I veicoli elettrici e a guida autonoma, senza autista, o con autisti non attenti alla guida avranno un formidabile strumento di connettività. Se pensi che il camion che si guida da solo sia una utopia molto lontana, ti assicuro, invece, che la vedremo presto. Non sarà cosa dei nostri figli, sta arrivando.

La disponibilità allargata delle tecnologie Cloud, porteranno ad innumerevoli applicazioni pratiche. Tutto ciò che è carta diventerà sempre di più archivio cloud consultabile con facilità e sicurezza ovunque ti trovi.

Con il 5G il cloud diventa real-time: la consultabilità aumenta a dismisura, qualunque documento può essere consultato, portato, trasmesso con facilità e immediatezza (ovviamente la tua banca sotto casa continuerà a farti firmare un documento cartaceo di 102 pagine per avere una carta di credito, ma questa è un’altra storia e il 5G ci aiuterà molto a demolire anche queste manifestazione demenziali della burocrazia).

Potrai avere addosso un dispositivo, un Apple Watch evoluto, ad esempio, che salvaguarderà il tuo benessere istantaneamente, trasmettendo in tempo reale al tuo dottore o all’organizzazione sanitaria da te prescelta i dati a tempo reale del tuo stato di salute.

La connettività diventa un fenomeno normale. Non agevole, ma normale. Il tuo smartphone, il tuo tablet acquisiscono la potenza di un super-computer veloce. Dispositivi di ogni genere diventano connessi alla rete: dalla tua automobile, al tuo orologio, agli elettrodomestici, agli impianti che hai in casa o in ufficio.

La connettività rende sempre più agevole la possibilità dell’utilizzo dei robot. E il robot diventerà come il computer, come il telefono cellulare. Oggi ci fa sorridere pensarlo, non è lontanissimo il tempo di un robot in ogni casa.

Il 5G significa questa svolta. Negli Stati Uniti si pensa giù al 6G. Ma il 5G è l’inizio di una incredibile era di tecnologia.

Nel mio prossimo articolo, parleremo di qualche azienda che è destinata a ben posizionarsi sul 5G e sulla quale puntare.
Lo so, lo vorresti ora, ma lo spazio è proprio finito.

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P.S.: Sei sicuro di non vaneggiare? Sì sì, sono sicuro. La borsa anticiperà i movimenti dei prossimi 5 anni. E la direzione, nelle telecomunicazioni, è quella che ti ho descritto sopra. Siamo a un punto di svolta, non guardare fuori della finestra, dove ora vedi, talvolta, desolazione. Guarda lontano, il mondo è grande, siamo nei guai ma ne usciremo. E l’essere selettivi oggi, significa andare a testa alta all’appuntamento della ricongiunzione dei valori di borsa con quelli reali.

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