Quel gioco emozionante che è la Borsa

Pubblicato il: 14/03/24 11:21 PM

Chi specula di più?

La recente lettera agli azionisti di Warren Buffett piange la perdita del suo leggendario partner Charlie Munger.

Contiene, però, un vero e proprio warning sui mercati azionari, divenuti, a suo parere, pericolosamente speculativi.

Buffett parla di un “comportamento da casinò”, attuato da molti operatori. Questo costituirebbe una minaccia per gli investitori.

Buffett, insieme con Munger, è sempre stato un attento ricercatore del cosiddetto value investing: un modello di business incentrato sulla selezione di aziende sottovalutate, dotate di vantaggi competitivi duraturi.

Nelle loro analisi, la filosofia è sempre stata riscontrare la salute finanziaria di un’azienda, il riconoscimento del marchio e la qualità della gestione.

Così, aziende come Coca Cola con il suo marchio globale, piuttosto che American Express, con il proprio brand di forte fedeltà dei clienti, sono diventate aziende che hanno sempre goduto dell’apprezzamento di Buffett, che ha applicato sistematicamente la strategia di beneficiare a lungo termine della crescita di tali realtà.

Buffett sostiene che il mercato sta subendo la contrazione temporale degli obiettivi di guadagno, e i titoli azionari sono sempre più vicini a biglietti della lotteria. Una affermazione molto pesante se pensiamo al personaggio che la esprime.

Si punta a comprare a prezzo basso e vendere a prezzo alto nel giro di pochi giorni o ore: il contrasto è evidente rispetto al value investing.

Pensando alla vicenda di titoli come GameStop oppure AMC Entertainment, l’esplosione dei loro prezzi non è stata accompagnata da alcuna valutazione sull’effettiva qualità intrinseca dell’asset, ma sul desiderio di puntare ad un potenziale guadagno inaspettato.

Buffett cita l’app di trading Robinhood, come esempio di trasformazione dell’investimento in trading speculativo, democratizzando, sì, l’investimento azionario, ma rendendolo sempre di più un gioco emozionante.

Interfacce eleganti, notifiche push e piogge di coriandoli che celebrano le negoziazioni contribuiscono a creare il senso di eccitazione a chi vi opera.

Buffett pensa che ci siano quattro aspetti delle app di trading come robinhood che incoraggiano un trading eccessivo e dannoso.

1)  L’apparenza di videogioco. Classifiche, sistemi a punti, premi virtuali trasformano le operazioni di trading in competizione, incoraggiando gli utenti ad aumentare il volume degli scambi, per aumentare il proprio punteggio. Il risultato è quello di attuare decisioni impulsive.

2)  Gratificazione istantanea, l’illusione di acquistare e vendere azioni velocemente favorisce la mentalità dell’arricchimento veloce, inducendo gli investitori a inseguire rapide oscillazioni dei prezzi anziché concentrarsi sul valore a medio e lungo termine.

3)  Illusione di controllo: offrendo un flusso costante e sovrabbondante di notizie, dati di mercato e valutazioni degli analisti, le app di trading creano un falso senso di conoscenza e controllo, portando gli investitori ad assumersi rischi ingiustificati.

4)  Rinforzo sociale: chat room e bacheche promuovono un senso di comunità, contribuendo alla diffusione di voci o alla “mentalità del gregge”. L’effetto FOMO (la paura di essere tagliati fuori da un guadagno) viene esaltato dall’entusiasmo di chi abbia guadagnato da un determinato titolo.

La semplicità e la natura ludica di queste app potrebbero attrarre nuovi arrivati, ma spesso promuovono una mentalità commerciale inadatta alla creazione di ricchezza a lungo termine.

Buffett sottolinea che il trading frequente genera commissioni per i broker e raramente avvantaggia l’investitore.

In un casinò, il banco ha sempre un vantaggio.

E le app di trading traggono profitto dalle operazioni effettuate e non dal successo o insuccesso di chi vi opera. Un maggior numero di scambi, significa un maggior utile per “il banco”.

Buffett conclude ricordando i propri must di filosofia di approccio all’investimento: la disciplina, il non giocare d’azzardo, il pensare a lungo termine, il pensiero critico.

E questo deve essere il modello da seguire: puntare a sistemi di trading che consentano attraverso un uso responsabile una crescita di medio-lungo termine del capitale.

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P.S.: Buffett esprime la realtà legata al processo di diffusione di piattaforme e tools sempre più orientati al modello casinò.

Non esprime giudizi, nondimeno, sulla tendenza al modello casinò da parte del mercato regolamentato, che sembra essere, alla fine, il modello ispiratore della mentalità orientata all’azzardo.

Sul mercato delle opzioni, il 60% delle opzioni dell’S&P500 scadono entro 10 giorni. Il 20% scade stasera.

Che cosa c’è di valore reale negoziato dietro tutto questo?

E chi fa più volume speculativo, i ragazzi di Robinhood o i grandi istituzionali che manovrano le opzioni ZeroDay?

Non è una critica a Buffett. E’ solo una riflessione, forse dobbiamo adeguarci noi a capire che il mondo cambia più velocemente di quanto noi vogliamo o possiamo perfino accorgerci.

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Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa