Rompi la simmetria.
Come noto, JP Morgan ha acquisito la First Republic.
Le clausole di acquisizione ricordano molto quelle con cui UBS ha acquisito Credit Suisse.
JP Morgan paga 10.6 miliardi di dollari. Con questo, acquista una banca che ha 173 miliardi di dollari di prestiti, 30 miliardi di dollari di titoli e 92 miliardi di dollari di depositi.
C’è di più.
La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), ovvero l’agenzia governativa che garantisce i depositi e vigila sulla solvibilità delle piccole e medie banche, coprirà l’80% delle eventuali perdite su crediti che JP Morgan potrebbe avere nei primi sette anni di mutui o nei primi cinque anni di prestiti commerciali.
Quanto all’Antitrust, suvvia … chiudere un occhio in questi tempi così difficili è il minimo che possa fare …
Viene da dire che se c’era un regista occulto del fallimento di First Republic, magari, era JP Morgan. Ma, ovviamente, è solo un pensiero malevolo, ci guardiamo bene dal pensarlo per davvero. Lo pensiamo… solo per finta.
Nella giornata di ieri, l’S&P500 ci ha fatto assistere ad una caduta di circa 100 punti (tenendo conto massimo di lunedì-minimo di martedì) nelle prime due ore di contrattazione.
Poi appena hanno chiuso i mercati europei, l’indice americano ha cominciato a riprendersi e a rimbalzare. Dal minimo di 4105, ha chiuso circa 30 punti sopra.
Oggi, alle 20 ci sarà il comunicato della FED sui tassi di interesse e mezzora dopo la conferenza stampa di Powell.
Il quale deve stare bene attento.
I mercati si attendono uno 0.25 di aumento dei tassi in questa riunione, ma cominciano a pensare che nella riunione di giugno non ci saranno ulteriori aumenti.
Qualunque accenno di Powell alla prossima riunione della FED, o, meglio, qualunque presunta interpretazione delle sue parole, in un senso o nell’altro, può dare origine ad una reazione forte del mercato azionario: rialzista se l’interpretazione confermerà lo stop all’aumento dei tassi, ribassista per il contrario.
E siccome siamo nelle “interpretazioni”, che cosa accadrà lo vedremo solo dopo le 20.30. Di sicuro, molta volatilità e le consuete manovre dei soliti noti.
Nella giornata di ieri abbiamo assistito a un +20% sul Vix e a un +109% sul Vix1D, l’indice che misura la volatilità implicita delle opzioni che scadono nella giornata (a proposito: per chi usa Interactive Brokers, ora Vix1D è stato aggiunto in piattaforma).
E’ un sintomo. Maggio sarà così.
Per questa settimana avremo i dati sui tassi (giovedì c’è anche la BCE con la Lagarde) e, venerdì, il non-farm payroll.
Poi da lunedì prossimo, in parallelo ai dati macro, comincerà a serpeggiare la paura sul tetto del debito americano.
La Yellen, stavolta, ha fornito una data precisa: l’1 giugno, come data limite per approvare l’innalzamento del tetto del debito … (prima di quanto noi stessi ci aspettassimo, ma non avevamo visto male che la seconda quindicina di maggio diventava critica).
Goldman Sachs ha invece leggermente corretto la previsione della Yellen: intorno alla seconda settimana di giugno, al tesoro degli Stati Uniti rimangono gli ultimi 60 miliardi.
Magari se Apple si dovesse commuovere, potrebbe fare un prestito ponte alla Yellen …
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P.S.: La simmetria uccide i sistemi di trading. Così come i mercati si basano sulla rincorsa a compensare gli squilibri, i sistemi di trading devono creare un leggero squilibrio, da tenere sotto controllo e compensare.
La simmetria assoluta non può funzionare, semplicemente perché il mercato non può tollerarla, pena il rischio della sua stessa sopravvivenza.
Così, crea un sistema simmetrico e poi rompi, anche leggermente, la simmetria. Questo è il metodo giusto.
Ecco perché ci piace la Torre di Pisa, per descrivere Leader: bella, perfetta e … pendente.
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