Tre soubrette per un nuovo massimo storico

Pubblicato il: 1/02/24 11:59 PM

Lo spezzatino non è più possibile.

Dopo la delusione percepita dal mercato per i conti di Alphabet (Google), gli earnings di Apple, Amazon e Meta, tutti e tre previsti dopo la chiusura del mercato americano di ieri 1 febbraio, erano attesi con un po’ prudente ansia da parte degli operatori.

Indici come il Nasdaq e l’S&P500 che si reggono su sette titoli, ormai divenuti sei, con la caduta almeno temporanea di Tesla, cominciano ad essere piuttosto pericolosi.

La memoria storica per questa situazione risale a quando l’AT&T dominava il mercato delle telecomunicazioni.

L’azienda era diventata troppo grande, troppo monopolista e finiva con l’ingessare sia il mercato azionario che quello economico del settore.

Per capire la situazione, basti pensare che i dirigenti di AT&T dell’epoca scartarono l’ipotesi di sostituire i telefoni a disco rotante (chi se li ricorda?) con quelli a tastiera, perché “innovazione inutile”.

Così, fu il governo americano a prendere una decisione draconiana: obbligò l’azienda a spezzettarsi in sette aziende diverse, con un preciso criterio di non collegamento fra le stesse.

Dopo lo spezzatino, nacque il mercato delle comunicazioni competitivo, poi preso ad esempio da tutti gli altri stati a distanza di qualche decennio, e ovviamente anche il mercato azionario ne giovò.

Ora ci troviamo in un contesto analogo moltiplicato sette (o sei).

Le sei magnifiche dominano i listini azionari: se starnutiscono, l’indice prende una debole bronchite, mi chiedo che cosa accadrebbe agli indici se fossero loro a prendersi la bronchite.

Malgrado la grande paura del dopo-Alphabet, che ha fatto piombare l’S&P500 a 4866 dal massimo di 4957, le tre magnifiche in onda ieri sera hanno ultraperfomato le previsioni: così, il risultato è che mentre scrivo l’S&P500 sta registrando un nuovo massimo storico toccando la vetta di 4960.

Tutte e tre, Apple, Amazon e Meta hanno fatturato e utili superiori alle attese. Così, i listini festeggiano.

Venerdì 2, toccherà ad Exxon, che comunque fa parte delle 493. Spiccioli, insomma.

Sempre venerdì c’è il non-farm payroll, per concludere una settimana obiettivamente tutta condizionata dai market mover.

Ancora una volta, abbiamo la dimostrazione che puntare sulla direzione del mercato, in tempi come questi, non è la strategia migliore.

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P.S.: Oggi, non è possibile che le sette magnifiche siano costrette a fare come l’AT&T molti anni fa.

Nondimeno, non sarebbe sbagliato pensare ad una soluzione che renda meno precario un indice fatto da 500 titoli, di cui 493, se non 494, contano molto poco.

Quale sia la soluzione non lo so, anche perché, in realtà è il grande irrisolto problema del capitalismo: si chiama errata distribuzione della ricchezza.

Imperi che sembravano indistruttibili si sono dissolti a causa di questo e sarebbe tempo di trovare qualche soluzione.

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Maurizio Monti

Editore

Istituto Svizzero della Borsa