Venerdì scorso, giornata cruciale dei mercati

Pubblicato il: 17/04/23 3:58 PM

Qualche cosa che non hai mai visto.

La notizia più rilevante della scorsa settimana non è stata tanto il dato sull’inflazione, in linea sostanziale con le attese, quanto quello delle vendite al dettaglio: gli americani hanno diminuito la propria tendenza alla spesa.

I mercati di Asia e Pacifico erano giù chiusi al momento della notizia sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, non ne sono stati influenzati, e le chiusure settimanali sono state contraddistinte da una nota positiva, con massimi realizzati a più settimane.

Lo Shanghai Composite ha raggiunto il massimo di 3340, appena sotto il massimo di 3342 del 7 marzo. Dai minimi del 14-20 marzo, gli indici hanno registrato generalmente una forte ripresa.

In Europa, il Dax tedesco è salito al nuovo massimo annuale a 15.841, sopra il massimo del 7 marzo a 15.706. Anche gli altri indici sono saliti fino a venerdì scorso, anche se nessuno ha realizzato nuovi massimi annuali come il Dax.

Negli Stati Uniti, il Dow Jones è salito a 34.082, il massimo più alto a 8 settimane, ma sotto il picco del 13 dicembre a 34.712.

L’S&P500 nella giornata di venerdì è salito al nuovo massimo dell’attuale onda rialzista fino a 4189, senza riuscire ad aggredire il massimo del 2 febbraio a 4208.50.

Il Nasdaq è stato in divergenza: il picco lo aveva toccato il 4 aprile a 13.348, e la scorsa settimana l’indice tecnologico ha visto una tendenza prevalente ribassista, con il minimo del future a 12.923 toccato il 13 aprile.

Oro e argento hanno realizzato performance rilevanti, entrambi in forte rialzo fino a venerdì, con nuovi massimi di ciclo.

Dopo avere insidiato il massimo storico a 2089 ed essere arrivato a 2063.40, nella giornata di venerdì l’oro è crollato fino a 2006. La stessa cosa per l’argento con una grande inversione intraday.

E’ sembrato di vedere qualcosa di simile sul petrolio, nella valuta Euro e sul Bitcoin. Quest’ultimo ha registrato 31.064 nella giornata di venerdì, vale a dire un +100% dal minimo di 15.479 del 29 novembre scorso e il livello più alto dal giugno del 2022: è poi sceso di oltre 1000 dollari nel corso della giornata.

Molti sintomi sui mercati portano alla previsione di una fase laterale o latero-ribassista fino alla fine del mese, a consolidare i massimi raggiunti.

C’è ancora spazio, forse, per una seconda puntata rialzista nella prima quindicina di maggio.

Nel frattempo, compaiono alcuni dati numerici che, purtroppo, confermano le nostre preoccupazioni su una possibile crisi temporanea innescata da un mancato accordo per l’innalzamento del tetto del debito da parte del Congresso degli Stati Uniti: i Credit Default Swap sul debito americano hanno raggiunto livelli che non si vedevano dal 2012, con un aumento di circa 50 punti base.

Valori, ancora, che non fanno paura, ma sono sintomi di una identica preoccupazione degli investitori rispetto alle valutazioni che stiamo pubblicando dal mese scorso.

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Maurizio Monti
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