Il vero segreto per vendere opzioni e guadagnare

Pubblicato il: 28/09/22 11:36 PM

Personaggi buffi su Youtube

Ho constatato personalmente che essere dalla parte del venditore di opzioni crea alle volte alcune condizioni di difficile identificazione in ciò che si sta facendo.
 
In definitiva, se vendo opzioni, vendo ad un altro un diritto. E vengo pagato per garantire, cioè avere un dovere simmetrico, di obbligarmi ad adempiere affinché il diritto della parte acquirente venga soddisfatto.
 
Spesso si dice che essere dalla parte del venditore di opzioni è come essere una compagnia assicurativa. Notoriamente le compagnie assicurative fanno soldi, così la identificazione in tali soggetti dà l’idea che vendere opzioni significhi fare soldi.
 
C’è una differenza fondamentale fra noi che vendiamo opzioni e una compagnia assicurativa: loro hanno tanti soldi e possono rischiare in modo proporzionale al loro capitale. Noi no.  
 
Così, il castello di carte cade subito. Forse, vendere opzioni è un modo per fare soldi, avendone già tanti?
 
Ovviamente, in tanti corrono a confortarti e a dirti di no. Anche io vorrei dirti che non lo è. Ma devo fare un distinguo.
 
Nel nostro sistema di trading Dribbling, abbiamo clienti che operano con 3000 euro di capitale. E’ dimostrato, acclarato.
 
Altri operano con capitali molto grandi. Anche un milione di euro o più.
 
Come è possibile che lo stesso sistema possa avere applicazioni così differenziate in termini di esigenze degli investitori?
 
La risposta è semplice e risponde anche alla domanda se per fare soldi con le opzioni devi avere già tanti soldi.
 
Non devi avere molti soldi.
 
La cosa importante è l’utilizzo intelligente del capitale, destinandone all’operatività una porzione e il resto a riserva da utilizzare in caso di necessità. Con delle regole determinate, precise, chiare che apprendi quando usi il sistema.
 
Quando utilizzi le opzioni, soprattutto quando le vendi, il broker ti chiede una somma che si chiama margine. Quel margine è la garanzia che tu presti al broker perché hai aperto una operazione che ha dei rischi impliciti.
 
Ebbene, il rapporto fra margine e disponibilità del conto segue regole che non devi trasgredire.
 
Per un esperto in opzioni sto dicendo delle cose ovvie.
 
Attenzione alle scorciatoie del cervello, perché l’ovvietà è spesso una trappola della perfettissima macchina biologica che abbiamo all’interno della scatola cranica. E le regole di Dribbling per la gestione del capitale non sono esattamente quelle che il cervello con le sue scorciatoie ci suggerisce abitualmente.
 
Margini e capitale devono seguire due distinte regole di applicazione, che devi avere ben chiare.
 
Infatti il margine che utilizzi all’inizio di una operazione è un dato importante, che devi memorizzare. E ho visto pochi trader in opzioni farlo, ma va fatto. Lo si considera un dato che ha un significato solo al momento dell’apertura della posizione e poi muore lì, questo è semplicemente sbagliato.  
 
I movimenti del mercato e il tuo broker varieranno quel margine: è ciò che devi monitorare. I due dati, la somma dei margini iniziali e il margine a tempo reale, sono entrambi importanti.
 
Ti forniscono infatti un indice di variazione che puoi considerare strategico per il tuo trading. E se segui le regole di money management di Dribbling, è estremamente improbabile perdere.
 
E come sai, rispettare la prima regola di non perdere è il presupposto essenziale per guadagnare.
 
In un imperdibile webinar, parliamo di che cosa è avvenuto alla strategia Dribbling nel corso degli anni: quando ha performato alla grande, quando è andata in difesa, quando ha performato meno.
 
Comprendiamo, cioè, le probabilità che abbiamo a favore e quelle che abbiamo contro. Rispondendo così alla domanda: devo avere tanti soldi per fare trading in opzioni? No, devi avere il sistema giusto. Dribbling.
 
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P.S.: Recentemente, un buffo personaggio di un presunto canale blasonato di youtube, riferendosi evidentemente a noi, sosteneva che noi spiegavamo la strategia e non illustravamo a sufficienza i risultati. E così lui ha fatto l’esatto inverso: si è tenuta ben stretta la strategia, di cui, quindi, non sappiamo nulla, e ha sparato una curva costruita con multicharts. Un modo per essere unico.

Da una lettura attenta della curva e da quanto si evinceva dalle sue parole, c’era stato solo un piccolo incidente, proprio quest’anno (ma guarda che caso), di una perdita di 8000 euro su un margine di 10-12.000 .

Ovviamente, per fare trading su questo sistema ci vogliono tanti soldi (mica straccioni come noi, intendeva dire): quindi 8000 su, poniamo, 50.000 che cosa vuoi che sia …

E dire che è blasonato, prezzola giornalisti, con un metodo tipicamente nostrano, ovunque, su testate anche prestigiose per far parlare di lui.

Ora, caro ragazzo, non ci siamo proprio.

Mettere in chiaro la strategia, invece che occultarla come un segreto industriale di Pulcinella sotto un algoritmo automatico, significa diffondere Cultura. E noi, anzitutto, vogliamo fare quello.

Secondo, il rispetto di chi ha meno capitale o magari ne ha tanto ma sul trading ne vuole mettere poco, in modo anche di imparare con basso rischio, è essenziale. Non è straccioneria. E’ rispetto. E’ Cultura. Troppo facile dire che devi avere 50.000 euro di capitale così se te ne faccio perdere 8.000 in un botto, lo sopporti meglio.

Terzo, sparare equity line con Multicharts, senza illustrare una operazione, dico una … tanto per capire, tanto per imparare qualcosa, tanto per confrontare idee … ecco queste sono le cose di questa industria finanziaria ottusa che non riuscirò mai a capire.

La Cultura è il tuo obiettivo quando ci leggi ed è quello che vogliamo condividere con te.

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Maurizio Monti
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